Il vulcano presente nei Campi Flegrei si starebbe ricaricando e potrebbe di conseguenza esplodere a breve. La scoperta è tutta italiana, ed è stata pubblicata di recente sulla rivista Science Advances, basandosi sull’analisi di campioni di rocce prodotte dal magma, appartenenti a 23 diverse eruzioni in 60.000 anni. Analizzando i frammenti di cui sopra, Gianfilippo De Astis, dell’Istituto Nazionale di Vulcanologia (Ingv), ha spiegato all’agenzia Ansa “che nell’attività dei Campi Flegrei c’è una ciclicità”, ovvero, che ogni tot anni si ripete un preciso fenomeno, o comunque, si potrebbe ripetere. Secondo quanto sostenuto dallo studio, i Campi Flegrei sarebbero nella fase di «lenta e progressiva ricarica del serbatoio perché il magma dell’eruzione del Monte Nuovo ha caratteristiche simili, ad esempio nella composizione e nel rapporto tra vetro e cristalli, a quelle delle fasi iniziali delle eruzioni che hanno preceduto le due catastrofiche del passato». Nessuna paura però, perché in base alle affermazioni degli studiosi, è possibile che si verifichino a breve delle piccole eruzioni: «come quella del Monte Nuovo: per dare luogo a una grande eruzione è necessario che il serbatoio di magma si ricarichi e cresca». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
I CAMPI FLEGREI POTREBBERO ERUTTARE
(Politecnico di Zurigo, ndr) lo hanno analizzato con un modello termomeccanico per capire come il sistema magmatico si sposti da eruzioni frequenti e di piccole dimensioni, ad altre più importanti e in grado di formare caldere.
I Campi Flegrei purtroppo non sono solo una attrazione turistica, sono anche un rischio altissimo per la città di Napoli. Una caldera, viva e in funzione, che contiene magma sempre sul procinto di esplodere. Proprio in questi giorni, avvisano gli scienziati, è iniziato il cosiddetto nuovo ciclo di vita del magma. L’allarme lanciato però è preoccupante: si starebbe preparando una potentissima esplosione, ma nessuno è in grado di dire quando potrebbe verificarsi. Studiando la composizione chimico-fisico del magma fuoriuscito durante l’eruzione del 1538, gli studiosi guidati da Francesca ForniESPLOSIONE POSSIBILE
“I nostri dati rivelano che la più recente eruzione del Monte Nuovo è caratterizzata da magmi altamente differenziati e simili a quelli che alimentavano l’attività pre-caldera e le fasi iniziali delle eruzioni che formano la caldera stessa” dice la dottoressa Forni sulla pubblicazione di Science Advances. I Campi Flegrei sono stati urbanizzati da tempo e una esplosione significherebbe la catastrofe. La speranza è che i tempi tra una esplosione e l’altra sono in effetti lunghissimi: l’ultima si verificò appunto nel 1538 dando forma a Monte Nuovo, mentre la precedente risale a 15mila anni fa. Il terreno poi, un’area di cento chilometri quadrati, sono soggetti a bradisismo, il terreno cioè sprofonda lentamente nel mare.