Mentre sono in corso le ultime ore del COP24, la conferenza internazionale sui cambiamenti climatici che anche questa volta si avvia verso un nulla di fatto, spunta la preghiera del pipistrello. La situazione viene descritta di stallo, c’è la possibilità di allungarla di un giorno per trovare un accordo, ma sembra impossibile. Le linee guida per aggiornare entro il 2020 gli impegni nazionali fissati a Parigi e gli aiuti ai paesi più poveri e vulnerabili ai cambiamenti climatici sembrano solo utopia. Lo studio, chiesto dai Paesi firmatari dell’accordo di Parigi sotto l’egida delle Nazioni Unite, stabilisce che le emissioni devono essere ridotte almeno del 45 per cento a livello globale entro il 2030: Russia, Kuwait, Arabia Saudita e Stati Uniti, i più grandi produttori di idrocarburi non hanno intenzione di firmare alcun accordo. Sulla stessa linea il paese ospitante la conferenza, la Polonia, nella cui solo Slesia si produce grazie al carbone l’80% della sua energia. In questo drammatico quadro c’è chi si preoccupa per il futuro del mondo, per molti già condannato in pochi decenni a ridursi in un deserto.
LA PREGHIERA DEL PIPISTRELLO
E’ padre Robin Gibbons, teologo americano, che per sottolineare come ogni specie anche la più piccola, sia a rischio e come questo rischio metta in difficoltà tutta la catena animale e naturale, ha composto una preghiera apposta per la salvezza dei pipistrelli. Ha così preso a simbolo di tutti gli esseri viventi il pipistrello, un animale che nell’immaginario comune è fonte di disgusto nella fattispecie il cosiddetto orecchione meridionale o orecchione grigio che dà vita a un solo cucciolo durante tutta la sua esistenza. Gli animali, dice, non possono esprimersi ma si fidano degli esseri umani per la loro salvezza. Ha poi citato papa Francesco: “Non è sufficiente, tuttavia, pensare a specie diverse solo come potenziali risorse da sfruttare, trascurando il fatto che hanno valore in se stesse. Ogni anno vediamo la scomparsa di migliaia di specie animali e vegetali che non conosceremo mai, che i nostri figli non vedranno mai, perché sono stati persi per sempre. La grande maggioranza si estingue per ragioni legate all’attività umana. A causa nostra, migliaia di specie non daranno più gloria a Dio con la loro stessa esistenza, né trasmetteranno il loro messaggio a noi. Non abbiamo tale diritto”.