Nelle ultime ore, grazie anche al fatto che il suo caso è stato letteralmente “scoperto” dalle cronache nazionali, Stefano Saldarelli ha fatto diventare nuovamente di tendenza l’hashtag #cancroalsenomaschile, ponendo il focus su una patologia spesso sottovalutata dagli uomini o di cui, anche per imbarazzo, si tende a sottovalutarne la portata. Infatti, attraverso alcuni post pubblicati sul suo blog a seguito della scoperta di essere affetto da carcinoma, questo grafico toscano originario di Prato ha ricordato come il suo non sia un caso isolato e che, anzi, sono numerosi i casi di morte registrati negli ultimi anni e che ad essere colpito da cancro al seno in Italia e è un uomo ogni 520. Numeri impressionanti se si pensa al fatto che, a differenza di Saldarelli, quasi nessun maschio adulto si è mai sottoposto a una mammografia, forse per il timore del disagio di effettuare un esame che, nella vulgata comune, sembra prettamente femminile e che invece potrebbe salvare diverse vite: inoltre, secondo recenti studi, l’incidenza di questo tipo di tumore negli uomini è in lieve ma costante aumento e colpisce anche chi come Saldarelli si approssima ai 50 anni, ma pure coloro che si trovano sotto la fascia fatidica dei 45 anni. Ovviamente, vi sono anche molti casi in cui si parla solo di forme benigne di tumore, molto più diffuse rispetto a quelle maligne (il carcinoma duttale diagnosticato al grafico nel 2017) (agg. di R. G. Flore)
“COME LAVORATORE AUTONOMO NON HO PRIVILEGI O DIRITTI”
Dopo che il suo caso è diventato di dominio pubblico attraverso una intervista e un post sul suo blog persona che sta facendo il giro della rete, Stefano Sardarelli è riuscito, per la prima volta, a mettere davvero sotto i riflettori il problema del cancro al seno anche negli uomini: affetto da un carcinoma duttale infiltrante, questo grafico freelance che è nato e lavora a Prato ha rotto per la prima volta un muro del silenzio che è comune a molti uomini, se è vero che quello del tumore al seno, nonostante le percentuali, non sia una “esclusiva” prettamente femminile. Ma, attraverso il suo sito personale, Sardarelli ha anche avuto modo di riflettere su un aspetto poco indagato di quella che è stata la sua esperienza con la malattia, ovvero il fatto di non avere gli stessi diritti e privilegi di altri che svolgono un lavoro dipendente. Essendo un lavoratore autonomo e venendo sottoposto a delle terapie invalidanti, necessarie in queste situazioni, “il fisico mi chiede di riposare ma sono sempre via per lavoro” scrive, aggiungendo che anche lui paga l’Inps ma “non ho gli stessi diritti di un dipendente: bisogna farsi forza e andare avanti” spiega. Anche per questo motivo ha deciso di impegnarsi e, letteralmente, di “metterci la faccia” non solo per invitare altri uomini a fare prevenzione (e, come è accaduto a lui, a sottoporsi a una mammografia) ma anche per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle difficoltà di coloro che, svolgendo determinate forme di lavoro, non possono permettersi di combattere un tumore dato che hanno meno tutele rispetto ad altre categorie, molto più privilegiate. (agg. di R. G. Flore)
IL CASO DI STEFANO SARDARELLI, COLPITO DA CARCINOMA
Non è esclusiva delle donne il tumore al seno. Il caso shock di un uomo di 48 anni residente a Prato, Stefano Saldarelli, lo dimostra: da un anno ha un tumore alla mammella, un caso di carcinoma duttale infiltrante, cosa che si pensava impossibile in un maschio. Oltre alla terribile malattia, anche la vergogna nel fare la fila unico uomo in mezzo a donne per una mammografia. Stefano per adesso è salvo proprio grazie alla moglie che nell’agosto dello scorso anno poco prima di partire per le ferie si accorge di un rigonfiamento all’altezza del capezzolo sinistro del marito. Una ecografia immediata e dopo le vacanze il risultato incredibile: tumefazione a sede mammaria sinistra. A dicembre l’operazione chirurgica poi il ciclo di chemioterapia: “All’inizio non volevo saperne, temevo gli effetti collaterali sul fisico la perdita dei capelli. Ma poi sono entrato nella routine della chemio, ora sono a metà trattamento e per ora va bene” ha detto in una intervista al quotidiano Il Tirreno. Quindi la decisione di raccontare la sua storia su un blog aperto per informare gli altri uomini che sì, anche noi possiamo essere colpiti da quella che sembrava una malattia esclusivamente femminile (stefanosaldarelli.com). Nel blog si legge che il suo caso non è poi unico come si poteva pensare, mette cifre e dati: “Numero di decessi per causa e per sesso osservati in Italia durante l’anno 2014, il dato fa riflettere, in generale, perché si parla di cause di mortalità legate al cancro e, solo per cancro al seno, riferite a 129 uomini e 12.201 donne”.
LA BATTAGLIA CONTRO IL TUMORE MASCHILE
Adesso l’uomo ha lanciato una campagna su tutti i social con l’hashtag #cancroalsenomaschile con una foto in cui si mostra a petto nudo con le cicatrici in una immagine in bianco e nero e una solo parte a colori, la scritta “Il cancro al seno non è solo roba da femmine”. Facendo un giro su Internet si scopre che quanto ha colpito l’uomo residente a Prato si sapeva bene da tempo, ad esempio sul sito infoseno.org. Si legge ad esempio che fino alla pubertà il seno di uomini e donne è uguale “perché il livello di estrogeni, gli ormoni che fanno crescere il seno, è alto sia nelle femmine sia nei maschi. Successivamente negli uomini aumenta il livello dell’ormone testosterone che blocca la crescita del seno. I lobuli non possono così formarsi e i pochi dotti presenti non possono svilupparsi. Il tumore del seno maschile origina perciò sempre dai dotti, cioè i canalini che conducono il latte nel capezzolo”. E’ vero però che negli uomini è molto raro, sempre sul sito si legge che colpisce lo 0,7% degli uomini e che nella maggior parte dei casi insorge dopo i 60 anni. Cause possono essere l’obesità ed elevati livelli di estrogeni. Ma anche casi ereditari, che sono il 5-10% dei casi di tumore maschile al seno.