Rischia di scoppiare un vero e proprio caso commerciale negli Stati Uniti. In California, infatti, un giudice ha stabilito l’obbligo di apporre un’etichetta sui vari caffè venduti, compreso quello famosissimo in tutto il mondo di Starbucks, riguardante il rischio che la nota bevanda possa creare dei tumori. A breve, quindi, potremmo trovare la scritta «Contiene sostanze che possono nuocere alla salute e provocare anche il cancro», così come avviene già da qualche anno a questa parte sui pacchetti di sigarette in Italia e non solo. A lanciare l’allarme sarebbe l’acrilamide, una sostanza cancerogena che viene prodotta all’interno del caffè durante la torrefazione. Secondo l’Nic, il National Cancer Institute, tale sostanza si troverebbe anche nelle patatine fritte, nonché in alcuni biscotti, cracker e salatini
L’ASSOCIAZIONE DEI PRODUTTORE DI CAFFE’ NON CI STA
Una causa che va avanti da otto anni quella fra l’associazione non profit The Council for Education and Research on Toxics, e le grandi aziende produttrice di caffè, con l’obiettivo appunto di far apporre sulle bevande l’etichetta di cui sopra. Alcune aziende americane pare abbiano già apposto la dicitura sul proprio bicchiere, mentre altre sono ancora in attesa di capire se realmente vi sia una connessione fra l’acrilamide e i tumori. Ovviamente i produttori di caffè vorrebbero evitare che si arrivasse all’utilizzo delle etichette, come fa sapere la National Coffee Association, l’associazione che raggruppa i produttori americani, che spiega che… «secondo le direttive guida dietetiche del governo americano il caffè fa parte di uno stile di vita salutare». Le aziende avranno tempo fino al prossimo 10 aprile per fare ricorso rispetto alla decisione del giudice californiano.