Nuovo caso di morte per assunzione di farmaco anti ansia. Succede in Scozia, dove episodi analoghi accadono sempre più spesso, proprio un paio di giorni prima di questo ultimo caso era deceduta un’altra giovane. Due anni fa inoltre un’altra giovane era morta per gli stessi motivi. L’ultima vittima, Lucy Caurran, abitava a Glasgow e secondo le prime indagini a ucciderla sarebbe stata una intossicazione a base di propranololo, medicinale sviluppato proprio da uno studioso scozzese James Black che per questa scoperta vinse il premio Nobel, anche se lo sviluppo di questo medicinale era stato pensato inizialmente per il trattamento dell’ipertensione, riducendo la gittata cardiaca e la pressione arteriosa. Ma negli ultimi anni è stato sperimentato anche in campo psichiatrico specie per il disturbo post traumatico da stress. Tutte le persone che sono morte infatti soffrivano di ansia e depressione.



UN PROBLEMA DI FARMACI

Esaminando il corpo della ragazza morta infatti i medici hanno verificato che Lucy era intossicata dal farmaco. E’ stata aperta una indagine, evidentemente questo farmaco ha effetti collaterali non riscontrati in precedenza. Tra gli effetti indesiderati derivanti dall’assunzione del farmaco, anche le alterazioni del sistema di conduzione cardiaco, trombocitopenia, vasocostrizione periferica, broncospasmo e dispnea. Ansia e depressione sono patologie che la comunità internazionale medica ha definito in drastico aumento in tutto il mondo e che ben presto potrebbero essere le patologie più diffuse. Per l’esperto scozzese Tony Gugliano, “È chiaro che le terapie per affrontare problemi comuni di salute mentale come la depressione e l’ansia sono in aumento. Dobbiamo capire se questo è dovuto a un numero maggiore di persone bisognose di aiuto o alla mancanza di servizi alternativi offerti. In questo ultimo caso, allora avremmo un problema”. Sempre il presidente dell’associazione scozzese per la salute mentale denuncia la facilità con cui i medici prescrivono questi medicinali ai giovani, quando magari non sarebbe necessario, e invece preferibile ricorrere a terapisti e psicologi. 

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