Un’interessante scoperta effettuata da una ricerca in collaborazione fra Manchester e Genova, ha scoperto il meccanismo che permette ai capelli di rimanere attaccati alla testa, e di non cadere, provocando quindi la calvizie. Un problema, quest’ultimo, che è presente non soltanto negli uomini, ma anche nelle donne, anche se spesso e volentieri se ne parla solo in ambito maschile. Tale meccanismo scovato sarebbe l’autofagia, ovvero, un esercizio che svolgerebbero in automatico le cellule, per autopulirsi e rimanere quindi in qualche modo “sane”. Tale sistema verrebbe applicato ai capelli, molto probabilmente attraverso dei prodotti appositi, appunto, per farli rimanere forti ed evitare la loro caduta. Sono moltissimi i motivi che spingono l’uomo a diventare calvo, e fra le principali cause vi è lo stress. Si chiama alopecia psicogena e comporterebbe, stando agli studi effettuati, un rilascio da parte di ipotalamo e ipofisi di ormoni che andrebbero ad intaccare le cellule che formano e alimentano i capelli. Non è mai stata realmente dimostrata una connessione diretta fra ansia e caduta di capelli, ma molti ricercatori sono convinti che le reazioni psico-fisiche incidano in maniera negativa sulla vita della nostra peluria. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
I RISVOLTI NELLA COSMESI E NELLE TERAPIE
Uno studio in collaborazione fra l’Università di Manchester e l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, ha scoperto come l’autofagia potrebbe ridurre la perdita di capelli. Si tratta di un meccanismo che permette alle cellule di autopulirsi dall’interno. Una scoperta sensazionale, che se confermata, potrebbe ovviamente far felice molti uomini e donne che soffro di problemi di perdita di capelli. «I risvolti dello studio potrebbero essere in ambito cosmetico e terapeutico – spiega lo stesso istituto ligure – prodotti che stimolano l’autofagia possono ritardare la caduta dei capelli o proteggerli da stress chimici associati a terapie farmacologiche». Inoltre, sempre in base a quanto emerso dagli studi dei ricercatori liguri e britannici: «I capelli di laboratorio forniscono un ottimale modello preclinico per valutare l’efficacia e i potenziali effetti dannosi di queste sostanze direttamente in un tessuto umano». Una buona notizia quindi per prevenire l’annoso problema della caduta dei capelli, ma che potrebbe avere risvolti molto importanti anche in altri ambiti medico-scientifici. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL MECCANISMO DELL’AUTOFAGIA
Sono diverse le novità legate alla perdita di capelli e alle calvizie, tanto che nelle ultime ore sorge un meccanismo importante per ridare vitalità alle cellule. Le ricerche sono state condotte in collaborazione tra l’Università Manchester e L’Istituto Italiano di Tecnologia Genova e pubblicato sulla rivista Plos Biology. La ricerca in questione si basa in maniera preponderante sull’autofagia ossia quel meccanismo che porta le cellule a autopulirsi al loro interno, cercando di eliminare sostanze che possono essere considerate tossiche o materiali che rischiano di risultare danneggiati. Tramite diversi esperimenti è stato scoperto che stimolare rapidamente questa ”pulizia” porta a rendere più vivo il meccanismo cellulare e facilita una costante e rapida ricrescita. Al momento ovviamente non ci sono prove certe, ma la strada per ottenere risultati importanti è stata tracciata.
PERCHÈ SI DIVENTA CALVI?
Se ne sono dette molte negli anni, ma perché in realtà si diventa calvi? Le calvizie, note scientificamente come alopecia androgenetica, è una perdita dei capelli dovuta in particolare alla suscettibilità del follicolo pilifero. A un certo punto della vita incontra gli uomini nel 70% dei casi e le donne nel 40%. Sono moltissime le terapie che vengono consigliate, ma fino a questo momento nessuno è riuscito a trovare un fattore in grado di fermare totalmente la lenta e progredita perdita dei capelli. Sono diversi i fattori che rendono più rapidamente la presentazione di questo fenomeno dallo stress a fattori alimentari, ma sempre e comunque quello preponderante sembra essere l’elemento genetico. Avete mai sentito chiedere a una persona calva come avessero i capelli il padre o il nonno? Anche se sembra un luogo comune, questo non è troppo lontano dalla realtà. La scienza ormai da anni sta lavorando per trovare una soluzione e la notizia lanciata oggi lascia ben sperare per il futuro.