In merito all’impianto del mini-cuore artificiale su una bambina di 3 anni è intervenuto il dottor Timothy Baldwin responsabile del progetto. Come riportato da Pazienti.it questi ha sottolineato: “Il National Heart Lung and Blood Institute ha iniziato il programma PumpKIN nel 2004 per finanziare quello che è lo sviluppo e la valutazione clinica dell’Infant Jarvik 20015 Vad e dispositivi simili. I bambini con insufficienza cardiaca avevano a quei tempi davvero un numero ridotto di opzioni che gli consetisse di rimanere in vita. Questo è vero anche oggi. Tenendo conto di tutti gli sforzi fatti per arrivare fino a questo punto l’apparente successo del primo impianto effettuato presso il Bambino Gesù di Roma per noi è davvero molto gratificante”. Un successo che potrebbe cambiare la vita a numerosi bambini anzi potrebbe salvarla visto che prima di fronte a queste situazioni il decesso era quasi scontato. Una soluzione per salvare la vita e per regalare una speranza a tantissime famiglie colpite da quella che è una vera e propria tragedia. (agg. di Matteo Fantozzi)



COME FUNZIONA L’INFANT JARVIK

Un intervento praticamente unico nel suo genere e che ha portato al trapianto di un mini-cuore artificiale che solo prossimamente sarà sperimentato in una clinica USA: il dispositivo di assistenza ventricolare noto come Infant Jarvik ha permesso di salvare la vita a una bimba di 3 anni che ra in attesa di trapianto e per la quale gli altri sistemi per sopperire ad anomalie cardiache o insufficienze di grave entità non bastavano più. Ma come funziona l’Instant Jarvik 2015 e in cosa consiste il programma che ha portato alla realizzazione di questo piccolo “cuoricino” artificiale (soli 15 millimetri di diametro per un peso di nemmeno 50 grammi) dedicato ai bambini che pesato sotto i 25 chili? Sviluppato negli Stti Uniti grazie a dei fondi stanziati dal National Institute od Health, la sua sperimentazione è stata approvata solamente da poco e per questo l’intervento eseguito da una équipe dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma ha destato notevole scalpore: la realizzazione del mini-cuore è curata dalla Jarvik Heart Inc. e il dispositivo si è rivelato vitale per la bimba, affetta da microcardipatia dilatativa e che, in lista per un trapianto, aveva subito l’innesto in passato del cosiddetto Berlin Heart, un altro cuore artificiale che però successivamente si era tentato di rimuovere. L’insorgere però di una infezione legata allo stesso cuore artificiale ha portato alla drammatica ma felice scelta di ricorrere all’Infant Jarvik 2015. (agg. R. G. Flore)



Autorizzazione speciale per l’intervento al Bambin Gesù

Per salvare la bimba di tre anni all’ospedale Bambino Gesù di Roma è servito un cuore artificiale, ma anche un’autorizzazione straordinaria per effettuare l’operazione. Questo perché la sperimentazione non è ancora iniziata nemmeno negli Stati Uniti di solito all’avanguardia per queste cose. E’ stata una grande presa di responsabilità da parte dell’equipe del dottor Antonio Amodeo che ha realizzato un vero e proprio capolavoro su questa piccola creatura pronta a combattere per vivere una vita normale. Come riportato da Repubblica il medico ha specificato: “Se le premesse di minore morbidità e mortalità verranno confermate dai clinical trial che inizieranno entro il 2018 si tratta di una vera e propria rivoluzione nel mondo dell’assistenza meccanica pediatrica”. Sicuramente c’è grande entusiasmo anche per la voglia di superare le difficoltà che fin troppo spesso colgono dal punto di vista cardiologico i più piccoli. (agg. di Matteo Fantozzi)



Salvata una bimba di tre anni

All’ospedale Bambino Gesù di Roma è stata salvata la vita ad una bambina di tre anni. Era affetta da miocardiopatia dilatativa ed è in lista di trapianto di cuore, ma dopo essere stata operata il 2 febbraio, grazie ad un cuore artificiale salvavita inserito con un particolare intervento, la piccola è salva: si è utilizzato un piccolo dispositivo miniaturizzato di assistenza ventricolare. Ora la bimba è in buone condizioni. Si tratta del secondo intervento al mondo di questo genere, con il primo che risale allo scorso 2012 sempre presso l’ospedale della capitale. Alla piccola già le era stato trapiantato un cuore artificiale collegato ad un macchinario esterno, chiamato Berlin Heart; rimosso questo dispositivo, però, la bambina ha avuto un episodio di emorragia cerebrale. Successivamente è stata sottoposta ad un sistema temporaneo di assistenza cardiocircolatoria a causa di una infezione e per salvarle la vita è stato necessario installare un mini-cuore, attraverso un cavo addominale. Ora la bambina è stata estubata.

Infant Jarvik, il cuore salvavita per i bambini

L’intervento salvavita è stato eseguito dal dottor Antonio Amodeo, insieme ad una equipe composta dall’ente statunitense per i farmaci Food and drug administration (Fda), al Ministero della Salute e al Comitato etico dell’Ospedale. E’ stato un intervento delicato e raro: come spiega l’Ansa, le condizioni della bambina sono buone e può attendere più serenamente il trapianto. L’operazione è stata anche un modo per sperimentare il primo dispositivo miniaturizzato di assistenza ventricolare intracorporeo per i bambini sotto i 25 chili di peso chiamato Infant Jarvik 2015, un cuore artiificiale di diametro di 15mm e 50 grammi di peso. Può essere uno strumento utile per tutte le problematiche cardiache congenite, come le insufficienze cardiache. Grazie alla competenza dello staff del Bambino Gesù, l’ente statunitense ha approvato questa sperimentazione pilota per il nuovo dispositivo che permette ai soggetti in attesa di trapianto di non avere bruschi cali o infezioni.