“La missione del Satellite Gaia sta ridefinendo le basi dell’astronomia”. Queste sono le parole di Gunther Hasinger il direttore dell’attività scientifica dell’Esa. Si è espresso oggi nel giorno del rilascio della mappa tridimensionale della Via Lattea sotto un nuovo e clamoroso punto di vista. A questa missione particolare ha partecipato anche l’Italia grazie all’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e all’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Il catalogo redatto dal Satellite Gaia è stato presentato durante la mostra internazionale dello spazio e dell’areonautica che si è tenuto a Berlino. Da questo sono uscite le posizioni di circa 1.7 miliardi di stelle e per moltissime di queste anche distanza, movimento e colori. Una Via Lattea come non l’avevamo mai vista prima e che ci offre la possibilità di rivedere l’Universo con degli occhi e con delle prospettive diverse rispetto a quanto fatto in passato.



UNA MISSIONE PARTITA NEL 2013

La missione legata al Satellite Gaia è stata lanciata il 19 dicembre del 2013 come continuazione della Hipparcos e legata a un programma scientifico dal nome Horizon 2000. Il satellite occupa una delle orbite di Lissajous che si trova attorno al secondo punto lagrangiano del sistema Sole-Terra. L’obiettivo del Satellite Gaia è stato quello in cinque anni di arrivare ad effettuare misurazioni astrometriche di precisione altissima, riuscendo a compilare un catalogo che conta fino a circa un miliardo di stelle che raggiungono la magnitudine 20. Per parlare in maniera un po’ più semplice possiamo sottolineare come la missione abbia definito una sorta di mappa in tre dimensioni su quello che si trova nella nostra Galassia e qualcosa di meno preciso, ma comunque accurato, di ciò che invece è più lontano grazie alla presenza dello studio delle stelle più luminose e che possiamo vedere anche a distanze considerate siderali.

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