La recente esternazione fatta dal noto attore Claudio Amendola, ci induce a una ennesima riflessione sull’importanza della cardiopatia ischemica quando essa si presenta in modo acuto e improvviso. E’ noto infatti che la sindone coronarica acuta rappresenta ancora una delle principali cause di mortalità e morbilità nella popolazione in generale e quindi ci siamo chiesti cosa è necessario fare o sapere per ridurre i rischi ad essa collegati. Ne abbiamo parlato con il Dott. Adriano Cipriani il quale ci ha sottolineato che le parole “chiave” siano due: prevenzione e tempestività della cura. ”La prevenzione non è mai troppa e probabilmente anche se molto è cambiato in termini di sensibilizzazione da parte della gente ancora molto è necessario fare al riguardo. Si pensi ad esempio al fumo di sigaretta che è noto essere un importantissimo fattore di rischio cardiovascolare, esso non tende a diminuire anzi, in certi gruppi di popolazione come tra le donne, esso è in aumento. Ma è altrettanto importante sottolineare che la familiarità e quindi la genetica giocano un ruolo importante nella patogenesi della cardiopatia ischemica. Se nella propria famiglia ci sono stati casi di infarto del miocardio sotto i 60 anni di età o vi è familiarità per ipertensione o diabete mellito la prevenzione va ulteriormente attenzionata”.
L’IMPORTANZA DELLA RAPIDITÀ DELL’INTERVENTO
Claudio Amendola ha sottolineato l’importanza di essersi trovato vicino ad un centro specializzato; quanta importanza ha questo aspetto nella cura della sindrome coronarica acuta? A questa domanda il Dott. Cipriani risponde in modo categorico: ”Questo è un aspetto fondamentale; tanto più e tempestivo l’inizio delle cure tanto più la prognosi sarà confortante; si dice a tal proposito che il tempo è muscolo nel senso che tanto più saranno precoci le cure tanto più potremmo ridurre il danno sul miocardio.In tal senso è necessario garantire sempre la massima tempestività facendo una diagnosi rapida e indirizzando il più precocemente possibile il paziente dal punto di primo soccorso al centro specializzato più vicino di terapia intensiva coronarica”. Se cambia, in che modo cambia la vita dopo un infarto del miocardio? Il Dott. Cipriani ci risponde: “È importante che si modifichino alcuni stili di vita generalmente presenti in questi pazienti; se essi non cambiassero non sarebbe possibile frenare l’evolutività della malattia coronarica. Se il danno provocato dall’infarto non ha compromesso la funzione cardiaca in modo significativo, talvolta l’eliminazione di alcuni fattori di rischio come il fumo, il sovrappeso e la sedentarietà può indurre un miglioramento della propria salute e della qualità della vita”.