“Questo è un drammatico indice di mancanza di educazione sessuale. La pillola del giorno dopo non può e non deve essere considerata un anticoncezionale”. dice indignato il professor Carlo Foresta docente di Endocrinologia dell’università di Padova durante un convegno tenuto nella città veneta con la partecipazione anche di un’altra docente, Marta Ghisi insegnante di Psicologia clinica. Un convegno in cui sono stati presentati dati che fanno gridare all’allarme e allo scandalo: una ragazzina di 15 anni su 5 fa uso della cosiddetta pillola del giorno dopo: su 1500 studenti sottoposti a sondaggio, il 21% ne ha fatto uso. Cosa fa allarmare docenti e sociologi? Il sesso senza precauzioni (anticoncezionali) e quindi la corsa a comprare la pillola del giorno dopo. Gli aborti volontari poi sarebbero diminuiti proprio grazie a quelle che vengono definite pillole abortive. Ma è davvero così? E inoltre: si tratta di un farmaco che in tutto il mondo occidentale viene venduto senza prescrizione medica, come caramelle, dunque è implicito che se ne faccia uso di massa, vista l’accettazione ormai dilagata in tutti gli ambienti sociali ed educativi che il sesso è libero e si fa a qualunque età tanto in caso si può correre ai ripari.
L’EDUCAZIONE SESSUALE STRAVOLTA
Mancanza di educazione sessuale? Diciamo imposizione di una educazione sessuale stravolta. Il professor Foresta dice allarmato che secondo i dati del ministero della salute “nel 2016 mentre il numero di interruzioni volontarie di gravidanza è stato di 84.926 casi, il 3,1% in meno rispetto al 2015, le vendite della ‘pillola dei 5 giorni dopo’ hanno raggiunto quota 189.589: 145.101 erano le confezioni distribuite nel 2015, 16.797 nel 2014, 11.915 nel 2013 e 7.796 nel 2012. Il rialzo riguarda anche la pillola del giorno dopo, il Levonorgestrel: 214.532 le confezioni vendute nel 2016, 161.888 quelle del 2015”. La pillola del giorno dopo non deve essere considerata un anti concezionale: ma se è stata inventata per questo uso? “Trattasi di un farmaco utilizzato come metodo di contraccezione post-coitale, ossia per la contraccezione di emergenza, entro le 72 ore (3 giorni) o 120 ore (5 giorni) successive a un rapporto sessuale” dice la medicina. Attenzione: sempre i responsabili della sanità dicono che “La pillola del giorno dopo in quanto contraccettivo non va confusa con il Mifepristone, il farmaco per l’interruzione volontaria della gravidanza noto come RU-486 da cui si differenzia per principi attivi, tempi di assunzione e meccanismi di azione”. Dunque più preservativi per tutti, secondo il convegno in questione? Allarmano piuttosto altre statistiche: i maschi hanno relazioni meno stabili e maggiore tendenza ad avere partner multipli, il 12% contro il 4,4% delle ragazzine. Indice questo di una diseducazione sessuale allarmante: si fa sesso come animaletti, con quante più ragazzine possibili, affetto e amore non centrano più niente, le femmine sono oggetti usa e getta. Ma in fondo è sempre stato così.