La medicina si prepara a un’innovazione molto importante nello studio del tumore alla prostata, pare infatti che non sarà più necessario il fastidioso esame della biopsia per arrivare a capire se davvero si è stati colpiti da un carcinoma. Il Cleveland Diagnostic infatti ha messo a a punto un test del sangue che può indicare con precisione se il paziente analizzato è affetto da tumore alla prostata con risultati ben più precisi di quelli già visti con il PSA. La scoperta è stata annunciata durante il Meeting dell’American Urological Association che si è tenuto negli Stati Uniti più precisamente a San Francisco. La differenza dal Psa è che non vengono rilevati solamente i valori da considerare elevati, ma si capiscono anche con questo nuovo esame quelli che sono i cambiamenti della struttura molecolare. Un grande passo in avanti che dimostra come la medicina sia davvero vicina a risultati molto importanti.



IL VECCHIO METODO, LA BIOPSIA

Fino ad oggi per diagnosticare un tumore alla prostata si era costretti a sottoporsi ad un esame davvero molto scomodo e che portava a non poche complicazioni, la biopsia. Questa consiste in un esame diagnostico che porta al prelievo di campioni del tessuto prostatico che poi vengono analizzati in laboratorio al microscopio ottico per capire la presenza o meno di un carcinoma, un tumore appunto. Ma quando si era costretti a svolgere una biopsia? Questo diventava fondamentale dopo aver rivelato valori alti nel sangue per quanto riguarda la PSA e cioè l’antigene prostatico specifico. Una serie di esami poi, come l’esplorazione rettale, facevano capire che una forma anomala della prostata poteva anche nascondere qualche problema. Inoltre ovviamente l’ecografia prostatica transrettale portava ad avere un quadro più preciso prima di agire.

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