Sembra paradossale che sia stata proprio la Sicilia ad essere costretta a correre ai ripari riguardo un eccesso di obesità sia proprio la Sicilia, isola che del pesce e della dieta mediterranea è sempre stata un baluardo. E proprio la dieta mediterranea sembra essere l’unica arma per ritornare a ridurre l’obesità tra gli abitanti siciliani, e soprattutto assumere uno stile di vita più salutare. Frutta e verdura, ma anche pesce e carni magre, magari anche un buon bicchiere di vino. Ma sicuramente vanno evitati gli zuccheri, i fritti, i superalcolici, le bevande gassate e il cosiddetto junk-food che, tanto di moda oltreoceano, sembra secondo i dati dell’Italian Diabetes e Obesity Barometer Report aver contagiato anche i siciliani. Un ritorno al passato è d’uopo per guardare con più fiducia al futuro. (agg. di Fabio Belli)



TROPPI FAST FOOD

I numeri stilati dall’Italian Diabetes e Obesity Barometer Report sull’incidenza della malattia in Sicilia sono a dir poco allarmanti. Il 6% della popolazione, ovvero 304.456 persone, sono affette da diabete. Numeri che non possono non creare apprensione, anche in considerazione del fatto che la Sicilia è in testa per amputazioni degli arti a causa del cosiddetto piede diabetico. Ma a spiegare quali possono essere le ragioni che hanno determinato questa elevata incidenza della malattia è stato, al Giornale di Sicilia, il professor Enzo Provenzano, responsabile del centro regionale di riferimento di Diabetologia e Microinfusori, che ha spiegato:”Ci sono cattive abitudini alimentari. Si preferisce il cibo da fast food, e in genere quello troppo ricco di calorie, piuttosto che la dieta mediterranea. Si eccede con le tre polveri bianche: farina, zucchero e sale. Si bevono troppe bevande gasate E si fa poca attività fisica”. (agg. di Dario D’Angelo)



IL PERCORSO DIAGNOSTICO

L’allarme diabete lanciato in Sicilia riguarda comunque tutta l’Italia dove sarà applicato un vero e proprio Percorso diagnostico terapeutico assistenzale per la gestione integrata della patologia. L’assessore Ruggero Razza lo ha approvato, rendendolo modello per tutte le Province della Sicilia. Sul Giornale di Sicilia ha parlato Enzo Provenzano, responsabile del centro regionale di riferimento di Diabetologia e Microinfusori, che ha sottolineato: “Prevede che il medico di base individui quelli che sono i soggetti a rischio, magari per la presenza di casi in famiglia o perché obesi e possa indirizzarli verso i controlli per prevenire la malattia. I pazienti vengono registrati e seguiti in base al livello di rischio o della malattia dallo stesso medico oppure da specialisti in ospedale. Ogni tre mesi viene controllata l’emoglobina glicata, ogni sei mesi si vanno a verificare i reni, una volta all’anno gli occhi. Il sistema è quello del day service”. Sicuramente un piano importante per superare una situazione complicata. (agg. di Matteo Fantozzi)



LA SOLUZIONE È LA PREVENZIONE

I numeri che giungono dalla Sicilia sono preoccupantio e sottolineano come nella splendida isola il 6% degli abbitanti soffra di diabete. Sicuramente è il momento di trovare dei rimedi che possano permettere di limitare i danni e di cercare di rientrare da un problema non facile da gestire. L’unica cosa che si può fare è attuare la prevenzione in maniera sistematica, perché troppe volte si rischia di accusare dei problemi quando ormai è troppo tardi. Una sana alimentazione e mantenere i livelli di glicemia nei regimi consigliati può portare a una svolta davvero molto importante ed evitare tutti i problemi che ne conseguono quando si accusa la patologia del diabete. Certo la dieta può non bastare da sola anche perché ci sono dei fattori genetici che purtroppo esulano dalla possibilità di uscire da questa situazione. Rimane il fatto che però mangiare bene e svolgere attività fisica può essere di grande aiuto. (agg. di Matteo Fantozzi)

NUMERI SOPRA LA MEDIA

Un dato pubblicato dall’Italian diabety e obesity Barometer Report lancia il quadro dell’Italia del diabete, e in Sicilia è forte emergenza: circa il 6% della popolazione, ossia oltre 300000 abitanti, come riporta un articolo del Giornale di Sicilia, soffrono di diabete. Inoltre una quantità indefinita di siciliani non sa di esserlo; anche il dato sull’obesità preoccupa, in particolar modo quella infantile. Oltre il 20% dei bambini tra gli otto e i nove anni è sovrappeso e il 13% è da dichiararsi obeso. Nell’isola del sud Italia i dati del Barometer Report, riguardo l’isola, sono oltre le media nazionale con un grande rischio di morte. Questo istituto sta cercando di monitorare e prevenire, oltre che ridurre le complicanze dovute dal diabete. Insieme all’Asp di Palermo e all’ospedale di Partinico è nata una collaborazione per trovare metodi di prevenzione e di intercettazione delle persone a rischio. Tutto avviene attraverso un sistema di registrazione che indica i diversi livelli diabetici e limitare così episodi legati al diabete che possono arrivare anche al decesso. Quest’attenzione sta portando risultando confortanti soprattutto a Caltanissetta e Catania.

CATTIVA ALIMENTAZIONE E VITA SEDENTARIA FAVORISCONO IL DIABETE

I dati allarmanti del diabete in Sicilia mettono in allarme gli specialisti che cercano di spiegare le cause e i pericoli. Informare può aiutare soprattutto quelle persone che non sanno di essere diabetiche: la malattia degli zuccheri può colpire per la vita sedentaria, per una cattiva alimentazione e una scarsa prevenzione. Lo conferma Enzo Provenzano, responsabile del centro regionale di riferimento di Diabetologia e Microinfusori: il medico al Giornale di Sicilia conferma l’idea della scorretta alimentazione siciliana, ricca di molte calorie e impostata sullo stile del fast food. Ciò significa che si mangiano troppa farina, zucchero e sale: è strano che tutto ciò avvenga proprio nell’isola del Mediterraneo la cui dieta è quella maggiormente consigliata. Alla cattiva alimentazione segue una scarsa attività fisica e motoria. forse legata più ad uno stile di vita “lento” tipico dei paesi del sud: proprio per l’allarme diabete la Regione Sicilia ha firmato un protocollo che aiuti e accompagni i pazienti in un percorso di prevenzione insieme ad una rete di medici.