In molti si sono chiesti quali potrebbero essere i vantaggi dell’inserimento della ludopatia da videogame nella lista delle malattie mentali dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms). Questo è stato deciso soprattutto perché fornisce agli operatori sanitari un linguaggio comune che permette così di andare a condividere delle informazioni mediche. Inoltre permette di rendere una diagnosi davvero molto più veloce e possibile anche una cura più efficace. Una scelta quindi che è stata presa per cercare di aiutare tutti quei ragazzi scivolati in questo oblio che può portare a conseguenze davvero difficili poi da superare. La prevenzione rimane sempre la parola principale per cercare di superare un momento molto complicato, sempre con l’aiuto di personale specializzato. Sarà molto importante la sensibilizzazione in merito al come riconoscere le prime avvisaglie di quella che è a tutti gli effetti una patologia. (agg. di Matteo Fantozzi)



270MILA RAGAZZI A RISCHIO

Ludopatia da videogame inserita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nella lista delle malattie mentali: una decisione forte, che avrà però il merito di contribuire ad aprire un dibattito in ambito medico sulle caratteristiche di questa patologia e a stimolare la condivisione dei dati e delle diverse esperienze nel suo trattamento. Ma non sono solo i videogiochi, come riportato da Il Fatto Quotidiano, a poter scatenare una dipendenza. Basti pensare che in Italia, secondo la ricerca Espad 2018, sono 270mila i ragazzi che hanno nei confronti di internet un comportamento “a rischio dipendenza”. La nuova versione delLa nuova versione dell’Icd (International classification of diseases) verrà presentata all’Assemblea mondiale della sanità soltanto nel maggio 2019, per poi essere adottata dagli Stati membri fino all’entrata in vigore effettiva prevista per gennaio 2022. Alcune anticipazioni, come quella del ‘gaming disorder’, sono state diffuse per consentire ai Paesi di pianificare come usare il nuovo manuale, preparare delle traduzioni e formare gli operatori sanitari e i professionisti del futuro. (agg. di Dario D’Angelo)



LE NOVITA’ DELL’OMS

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha cambiato alcune regole che non ci aspettavamo. All’interno dell’Icd-11 è stato inserita come disturbo mentale la ludopatia da videogame. C’è la possibilità dunque di trovarci di fronte a diverse situazioni legate alla vita di tutti i giorni che devono essere guardate con maggiore attenzione. All’interno dei disturbi di tipo mentale sono stati estromessi quei problemi di natura sessuale, una novità importante legata al passaggio di questi alla salute appunto sessuale e non mentale. Delle novità che sembrano essere alla fine solo legate alla nomenclatura ma che in realtà muovono diversi cardini della medicina e aprono delle frontiere che si possono definire diverse e alternative. Vedremo se con questi cambiamenti arriveranno delle novità definitive e se queste agevoleranno una crescita in fatto anche di soluzioni in merito. (agg. di Matteo Fantozzi)



SINTOMI E DIAGNOSI

La notizia che la ludopatia, intesa come dipendenza da videogames, sia stata inserita dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) nella lista delle malattie mentali contenute nell’International classification of diseases (Icd) ha fatto certamente discutere. Ma come si può dire se una persona è affetta o meno da questa patologia? Ci sono alcuni requisiti che devono essere analizzati per un’attenta diagnosi: deve infatti verificarsi una perdita di controllo sul gioco (sia per quanto riguarda la frequenza, la durata e l’intensità); inoltre al gioco viene data una priorità sempre crescente rispetto alle altre attività quotidiane e si continua a giocare con le stesse modalità nonostante si verifichino conseguenze negative per la salute. Come riportato da Il Fatto Quotidiano la diagnosi può essere eseguita se questo schema di comportamento si riproduce per un anno o se i sintomi si verificano tutti e in maniera grave. (agg. di Dario D’Angelo)

ALLARME DEI GENITORI

La ludopatia da videogame è stata definita dall’Oms nell’Icd-11 come un vero e proprio disturbo mentale. L’allarme è scattato soprattutto tra i genitori dei più piccoli che in un mondo sempre più tecnologico hanno bisogno di regole importanti per cercare di trovare delle coordinate. Infatti quello che manca è un modo di agire e delle regole che ci dimostrino quanto sia giusto lasciare i bambini con i videogame e quando diventerà importante farli allontanare per svolgere altre cose sicuramente più sociali e che portino a confrontarsi maggiormente con gli altri rispetto che con uno schermo. Il rischio di cadere in delle patologie psichiatriche diventa davvero molto accentuato soprattutto per i giovanissimi che ancora non si rendono conto bene della differenza tra ciò che è all’interno di un videogame e quello che invece forma la realtà. Per questo serve l’intervento preciso e attento dei genitori che hanno bisogno di essere anche loro aiutati. (agg. di Matteo Fantozzi)

IL FENOMENO HIKIKOMORI

La Oms ha inserito la ludopatia da videogame nell’Icd-11 come disturbo mentale. Sono notevoli i rischi per la salute soprattutto dei più piccoli che rischiano l’isolamento e altre condizioni psicologiche precarie. Tra le conseguenze c’è anche quella degli hikikomori, fenomeno che dall’Asia purtroppo si è sviluppato anche in Europa e in Italia. Si parla di ragazzi che decidono di isolarsi anche per anni nella loro stanza vivendo solo di riflesso tramite il web. Si tratta di ragazzi che non vogliono contatto fisico con il mondo esterno e si accontentano di una vita filtrata dalle immagini che vivono tramite lo schermo di un computer. Le conseguenze possono essere drammatiche perché sicuramente poi uscire da questo tunnel è veramente molto difficile, una situazione che rischia a quel punto di diventare quasi irreversibile. Prima di arrivare a questa complicazione sarebbe dunque utile evitare qualsiasi problema. (agg. di Matteo Fantozzi)

INSERITA NELL’ICD-11 COME DISTURBO MENTALE

Davvero ci sarà adesso qualche genitore che avrà il coraggio di far ricoverare il figlio come malato mentale perché dipendente dai videogiochi? L’Organizzazione mondiale della sanità non ha dubbi al proposito, avendo appena inserito la dipendenza da videogame, nell’Icd-11, undicesima edizione della classificazione internazionale delle malattie, attribuendole il livello di patologia, insomma un disturbo mentale. Non sbaglia l’OMS ad arrivare a tanto: innumerevoli i casi di ragazzini che perdono ogni contatto con la realtà perché non riescono a staccassi dal videogame, perfino di notte come molti i casi di ragazzini morti perché rimasti a giocare per più di 24 ore consecutive. Per il presidente del dipartimento di psichiatria della Rutgers New Jersey Medical School, come riporta oggi La Repubblica, si tratta dello stesso tipo di dipendenza dato dalle sostanze stupefacenti, se si smette di giocare si soffre di crisi di astinenza con le conseguenze del caso: “Le loro vite sono rovinate, i loro rapporti sociali ne risentono, la loro condizione fisica peggiora” ha spiegato.

GLI ADULTI NON SONO IMMUNI, ECCO COSA C’E? DIETRO

Naturalmente ne sono coinvolti anche gli adulti, ma nel caso dei bambini entra in gioco il ruolo educativo dei genitori e della scuola, che devono far spostare l’attenzione ad altro, se non addirittura proibire l’uso di questo giochini che spesso inducono anche alla violenza e all’omicidio. Ma dietro ai videogame ci sono interessi economici enormi, è previsto che nei prossimi tre anni il fatturato aumenti del 31%. Come capire che da un semplice divertimento siamo passati alla dipendenza patologica? In primis la perdita di ore di sonno, poi la tendenza a isolarsi e l’incapacità a concentrarsi. Pessimi risultati scolastici, azzeramento della vita sociale e generale peggioramento della salute. Nel lungo il periodo si rischia di sviluppare una personalità compulsiva e problematiche psichiche che possono portare alla schizofrenia.