Un’azienda svizzera è pronta a sbarcare in Italia per rivoluzionare il mondo delle autovetture. Addirittura la promessa è quella di trasformare la plastica in carburante. Pare addirittura che con una tonnellata di rifiuti si possano ricavare novecento litri di benzina. C’è da ricordare che la plastica è un derivato del petrolio, ma di certo riuscire a fare una cosa del genere non è così semplice come può sembrare. L’amministratore delegato di Grt Group, Luca Del Fabbro, ha specificato: “Il nostro obiettivo è quello di sommare i due problemi e metterli insieme“. Da un lato c’è la sempre crescente fame di energia, mentre dall’altra lo spreco di plastica che negli ultimi cinquant’anni è aumentato addirittura di venti volte. Basti pensare che una statistica ci dice che ne consumiamo in un anno l’equivalente di ben 900 Empire State Building. E se davvero potesse essere trasformata in benzina?



UN STUDIO RIVOLUZIONARIO

Luca Dal Fabbro, amministratore delegato di Grt Group, ha specificato come ci sia la volontà di trasformare la plastica in carburante. Come riportato dal portale di Repubblica possiamo leggere le sue parole: “Il prossimo anno costruiremo in Italia impianti poco ingombranti, sono grandi come un campo da tennis e ci sono zero emissioni dirette perché utilizzano la pirolisi. In questi impianti potranno entrare le bottiglie e anche i sacchetti di cui cerchiamo disperatamente di disfarci e uscirà carburante. Si parla di 900 litri di combustibile simile al cherosene e al diesel per ogni tonnellata di plastica”. Ma cos’è la pirolisi? Si tratta di un processo che determina la rottura di catene molecolari che rendono la plastica rigida. Questo avviene senza ossigeno, cioè senza ossidazione e combustione.

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