Mentre lo scienziato Roland Wiesendanger dice alla Bild che l’origine del Covid è nel laboratorio di Wuhan, l’Oms esclude l’ipotesi dell’errore umano e valuta invece quella che il coronavirus sia stato trasmesso all’uomo da alcuni animali in vendita nel mercato della città dove sono comparsi i primi casi. Gli esperti dell’Oms si stanno concentrando su due specie, i tassi-furetto e i conigli, che erano in vendita nei banchi di Wuhan e sono portatori del coronavirus. Stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, serviranno altre indagini per averne la certezza, in particolare servono approfondimenti sui fornitori degli animali. Alcuni si troverebbero nel sudest della Cina, dove sono state trovate tracce di un virus molto simile nei pipistrelli. Ma l’Oms sta anche provando a capire quali fossero gli animali in vendita a Wuhan. Le autorità cinesi peraltro neppure su questo hanno mostrato collaborazione. Lo zoologo Peter Daszak, membro del team dell’Oms, al quotidiano di New York ha spiegato che i tassi-furetto potrebbero spiegare come è arrivato il coronavirus a Wuhan.
Nelle celle frigorifere del mercato sono state trovate carcasse di questi animali, che comunque sono risultati negativi. Ma potevano trasportare il virus. Anche i conigli erano in vendita nel mercato di Wuhan. Questi «si sono dimostrati particolarmente suscettibili al Sars-Cov-2». Inoltre, diversi fornitori si trovano nelle province di Guangdong, Guangxi e Yunnan. In quest’ultima sono stati rintracciati virus molto simili a Sars-CoV-2 nei pipistrelli, mentre nelle altre due province sono stati trovati nei pangolini. Per ora, però, resta solo un’ipotesi. Non è stato ancora provato il passaggio del virus dagli animali all’uomo all’interno del mercato, ma è l’ipotesi più accreditata, infatti l’Oms ha chiesto alla Cina di effettuare test sugli allevamenti di visoni. Questa teoria confermerebbe la tesi di Christian Drosten, virologo e principale esperto tedesco secondo cui è «molto probabile» che il coronvirus fosse stato trasmesso agli animali all’interno degli allevamenti intensivi. L’esperto di Angela Merkel suggeriva di concentrarsi anche sugli allevamenti di cani procione. (agg. di Silvana Palazzo)
SCIENZIATO TEDESCO “ORIGINE COVID? ERRORE A WUHAN”
Il coronavirus è nato da un errore in laboratorio a Wuhan e ci sono 600 indizi in grado di dimostrarlo. Lo sostiene Roland Wiesendanger, scienziato dell’università di Amburgo che ha parlato in una lunga intervista alla Bild dell’origine del Covid. Lo stesso giornale tedesco ha dato la parola al virologo Bernhard Fleckenstein, dell’università di Erlangen, secondo cui «il fisico non può mostrare alcuna concreta sequenza e la sua teoria non è convincente». Wiesendanger, che è anche membro del prestigioso istituto della Leopoldina, dal canto suo sostiene che Sars-CoV-2 sia in grado di agganciare le cellule recettive dell’uomo per introdurvisi come non era stato possibile prima per Sars e Mers.
Inoltre, la teoria del pipistrello non ha fondamenta scientifiche. «Finora non è stato trovato alcun animale di passaggio che giustificherebbe la trasmissione all’uomo». Nessun dubbio, dunque, per Roland Wiesendanger: «Gli indizi forniti dallo stesso virus, oltre che da numerose pubblicazioni, comparse su riviste scientifiche come sui social media, dimostrano che il virus sia stato un incidente di laboratorio».
ORIGINE COVID, OMS: “NON DA CIBO CONGELATO”
Tra l’altro l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha escluso che il coronavirus sia stato importato in Cina da cibo congelato, come invece sostengono le autorità cinesi. Gli esperti dell’Oms ritengono che non sia questa la causa dello scoppio dell’epidemia Covid a Wuhan nel dicembre 2019. «L’idea che il virus sia stato importato in Cina in questi alimenti congelati non è qualcosa che stiamo analizzando», ha dichiarato Peter Ben Embaret, specialista in sicurezza alimentare e malattie animali, che ha guidato il team della recente missione sull’origine di Sars-CoV-2. Il gruppo si sta invece occupando del «commercio locale di animali da fattoria congelati e selvatici, prodotti in particolare nel sud della Cina». Un tema ben diverso dal commercio internazionale. L’ipotesi della Cina non è fattibile perché si tratta di un percorso di trasmissione molto insolito e perché sono stati individuati pochissimi prodotti contaminati nonostante ricerche approfondite. Invece nel 2019 il coronavirus non circolava nel mondo e non c’erano focolai negli stabilimenti di trasformazione alimentare all’estero. Da qui l’esclusione da parte dell’Oms di questa ipotesi dalle indagini.