Il racconto di esperienze svolte nella classe prima della Scuola Primaria “Istituto Vladimiro Spallanzani” di Sant’Antonino di Casalgrande (RE). Attività svolte tenendo presenti i criteri metodologici del «fare scienza» a scuola, in un cammino che inizia con l’osservazione, la descrizione, l’approfondimento e che apre a nuove domande e nuove esperienze. Un’attenzione a tutto ciò che ci circonda che è di grande aiuto anche per la formazione del linguaggio.



 

Nell’anno scolastico 2021-2022 ho insegnato nella classe prima e ho accompagnato il lavoro per l’apprendimento della letto-scrittura con la storia di un piccolo aeroplano, Attila, che desidera volare, sa di essere fatto per questo ma da solo non ci riesce. Piano piano, grazie all’aiuto di alcuni amici, impara a volare e parte alla scoperta del mondo. Questa storia, tratta dal libro di testo Super Prezioso (della casa editrice Raffaello), è stata molto amata dai bambini che hanno da subito iniziato a guardare il cielo e indicare con entusiasmo ogni aereo che passava sopra le nostre teste all’intervallo: «Ecco Attila!».



Questo è stato anche lo spunto per partire con il lavoro di scienze, cioè per incominciare il cammino di osservazione, descrizione e comprensione del mondo della natura che accompagnerà gli studenti in tutto il loro percorso scolastico. Essere spesso con «il naso all’insù», con lo sguardo rivolto verso l’alto, ci ha portato a osservare il cielo e in generale tutto ciò che stava sopra le nostre teste.

 

Guardare in alto: i rami e le foglie

Durante la gita, effettuata proprio all’inizio dell’anno, in un bosco di castagni, i bambini hanno notato come i rami e le foglie degli alberi fossero come un «soffitto» sopra le nostre teste. Abbiamo quindi raccolto, osservato e classificato le foglie del bosco. Sul quaderno ogni bambino ha fatto una copia dal vero della propria foglia e dai disegni abbiamo individuato alcune parti che erano comuni a tutte. A queste abbiamo dato un nome: picciolo, nervature, margine, pagina superiore e inferiore. I bambini hanno imparato a usare questi termini per descrivere ogni foglia trovata.



Il lavoro di osservazione ha per me un grande valore. Spesso incontro dei bambini che hanno già un bagaglio di conoscenze, sanno molte cose: questi bambini hanno già la «risposta pronta» e sono sempre nella posizione del «lo so già», «l’ho già visto». A sei anni sono già convinti di «sapere già», posizione che spesso li rende chiusi nei confronti della realtà. Io credo invece che il compito di un’insegnante della scuola primaria sia quello di educare a uno sguardo aperto e pieno di domande sul mondo.  osservare attentamente, descrivendo i particolari di quello che vedono e poi chiedo loro: quale domanda ti è venuta? Scrivo poi tutte le domande su dei post-it che attacco alla porta della classe. Questo favorisce uno sguardo «sveglio», carico di attesa e curiosità. Le domande dei bambini suggeriscono molte «piste», è l’insegnante che sceglie poi quale seguire. Nel caso delle foglie, per esempio, ho scelto di lavorare sulla domanda di un bambino che chiedeva: «Perché molte foglie sono divise a metà», da cui è scaturito un lavoro di matematica sulla parola «metà» e sulla simmetria.

 

Guardare in alto: le nuvole

Guardando il cielo, anche le nuvole hanno iniziato a interessarci, ma per loro il percorso è stato fatto «al contrario». Ogni mattina infatti i bambini compilano un lungo calendario murale, dove registrano anche le condizioni atmosferiche. Quando il cielo è nuvoloso disegnano una nuvoletta grigia.

Ogni giorno però chiedo loro, prima di compilare il calendario, di osservare il cielo dalla finestra.

 

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Benedetta Ferioli
(Docente presso la Scuola Primaria Paritaria “Istituto Vladimiro Spallanzani” di Sant’Antonino di Casalgrande (RE). L’attività descritta è stata svolta nella classe prima nell’anno scolastico 2021-2022)

 

© Pubblicato sul n° 82 di Emmeciquadro

 

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