Nel 2022 ScienzAfirenze, convegno scientifico nazionale per la scuola secondaria di secondo grado giunto alla XIX edizione, ha assegnato il primo premio, nella sezione triennio, a una «tesina» di ambito geologico svolta da studenti del liceo Imiberg di Bergamo. Il lavoro, nato dalla interazione efficace tra studenti, insegnanti della scuola e strutture universitarie, è un buon esempio di un insegnamento/apprendimento basato sul metodo dell’esperienza e dimostra i vantaggi del «fare scienza» alla secondaria di secondo grado. Abbiamo chiesto agli autori una riflessione sul lavoro che hanno svolto insieme. È nato questo intervento «a più voci», ognuna delle quali chiarisce la portata conoscitiva e formativa di una esplorazione scientifica del territorio.   LA VOCE DEI DOCENTI



Con cinque studenti della quarta liceo lsa/ls abbiamo partecipato al concorso “ScienzAfirenze” con un lavoro in ambito geologico dal titolo Cosa racconta un’aureola di contatto? L’esempio dell’Adamello.

Al lavoro presentato è stato assegnato il primo premio della sezione triennio; queste le motivazioni espresse dalla giuria: «Un lavoro di Scienze della Terra articolato e complesso, avanzato per una classe quarta: osservazioni sul campo, analisi ed elaborazione dei dati, formulazione teorica. Il lavoro ha avuto obiettivi concreti: costruzione di una carta geologica aggiornata, confronto di misure, modellizzazione e conferma dell’ordine di grandezza del fenomeno in studio. Interessante il rapporto con l’università sia nella fase iniziale sia nella fase finale per la caratterizzazione quantitativa realizzata con strumenti informatici. La relazione è scritta con linguaggio accurato e corredata di schemi, tabelle, classificazioni e di una documentazione fotografica molto buona.»



Il lavoro completo è consultabile sul sito del concorso al seguente link.

La decisione di partecipare è nata in modo un po’ inaspettato in seguito allo svolgimento di un progetto PCTO (Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, legge 145/2018), proposto all’intera classe in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano. Il progetto infatti è stato elaborato in collaborazione e con la diretta partecipazione del professor Michele Zucali, docente di Geologia Strutturale presso il dipartimento di Scienze della Terra “A. Desio” dell’Università degli Studi di Milano, che ha guidato il lavoro fin dalle prime fasi sul terreno. I ragazzi divisi in gruppi di lavoro hanno poi proseguito il lavoro sempre sotto la sua guida nella fase successiva di elaborazione e approfondimento; questa si è conclusa con la messa a punto per ciascun gruppo, di un Power Point contenente le osservazioni, i risultati e alcune conclusioni rispetto a quanto visto, presentato e discusso alla presenza di alcuni studenti magistrali del professor Zucali presso l’università di Milano.



Questo lavoro ha visto i ragazzi protagonisti di un dialogo vivace con i loro insegnanti e con il professor Zucali durante il quale sono emerse numerosissime domande. Abbiamo quindi deciso, grazie a ulteriori approfondimenti affidati al lavoro di cinque studenti particolarmente coinvolti, di partecipare a ScienzAfirenze vista anche la pertinenza delle dinamiche osservate con il tema del concorso di questo 2022: Le domande cruciali nel fare scienza. Fenomeni, indizi, esperimenti.

Introduciamo solo brevemente il lavoro scientifico che si è svolto sul terreno; alcune fasi salienti saranno in seguito descritte nel contributo dei nostri studenti come esempio del metodo secondo il quale hanno lavorato durante la fase di rilievo geologico sul terreno.

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LA VOCE DELL’UNIVERSITÀ

La scienza è fatta di domande, le domande le possiamo raccogliere un po’ ovunque, spesso dalla nostra esperienza quotidiana. L’Università, e in particolare la ricerca universitaria, fa di questo processo la scintilla costituente per lo stimolo alla ricerca scientifica. La Scuola, dal canto suo, insegna il metodo scientifico, talvolta riproducendone le esperienze nei propri laboratori, stimolando e infiammando le menti dei giovani e di chi, tra loro, nel prossimo futuro intraprenderà la strada della ricerca. In questo contesto, le «collaborazioni» tra Università e Scuola sono cruciali e hanno come primo obiettivo la condivisione dell’amore per la scienza e l’osservazione del mondo che ci circonda, con occhi e approcci moderni, cui si associa la necessità di ridurre la distanza tra scuola e mondo accademico, fondamentale per approcciare le sfide del futuro, sia in ambito lavorativo che, più in generale, nella società.

La collaborazione tra Università e Scuola si può sviluppare in molti modi, da informali a decisamente formali e istituzionalizzati, dedicati sia al ciclo primario che a quello secondario, primo e secondo grado. Inoltre, possono essere indirizzate non solo agli studenti ma anche ai loro docenti. Spesso le collaborazioni sfruttano gli ambienti laboratoriali e museali a disposizione sia nelle scuole che nei dipartimenti universitari.

Tralasciando i canali informali di collaborazione, dove docenti universitari vengono richiesti per brevi incontri di scoperta scientifica in singole classi, oppure chiamati a dare un veloce sguardo sugli argomenti di studio e delle possibilità lavorative specifiche del proprio indirizzo universitario, in ambito scientifico la collaborazione tra università e scuola si delinea in due canali principali: Piano Lauree Scientifiche (PLS) e Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO)/ex Alternanza Scuola Lavoro.

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LA VOCE DEGLI STUDENTI

In queste righe sarà esposto il lavoro scientifico di raccolta e discussione dati svoltosi sul terreno lungo la Valle di Cadino e la Val Fredda al margine meridionale del parco dell’Adamello, grazie al quale abbiamo poi potuto studiare e comprendere alcuni dei processi geologici del passato qui avvenuti nel corso di milioni di anni e come questi hanno generato il paesaggio attuale.

A fine settembre abbiamo percorso le due valli in direzione Sud-Nord e Nord-Sud durante due giorni di cammino; eseguendo alcune tappe lungo i sentieri in corrispondenza degli affioramenti rocciosi sui quali abbiamo lavorato.

Descriviamo di seguito il lavoro relativo alle prime quattro tappe del percorso, particolarmente esemplificative del metodo di lavoro seguito, il metodo scientifico.

Abbiamo classificato le rocce affioranti considerando diversi aspetti: il colore e la tessitura così come il risultato di alcuni test chimico-fisici; il contesto geologico; la discussione di tutti i risultati ottenuti in un dialogo con i nostri insegnanti e in particolare con il professor Zucali.

Questo lavoro ci ha permesso di realizzare una carta geologica originale che aiuta a comprendere l’evoluzione del territorio.

 

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 Alessandra San Martino e Corrado Brissoni
(Docenti di Scienze naturali al Liceo scientifico Imiberg di Bergamo)Michele Zucali
(Professore di Geologia Strutturale presso il dipartimento di Scienze della Terra “A. Desio” dell’Università degli Studi di Milano)Giulia Biffi, Francesca Arsuffi, Andrea Alamia, Pietro Bottazzi, Carlo Gelmi
(Studenti di quarta Liceo scientifico e Liceo scientifico delle scienze applicate Imiberg, Bergamo)

 

© Pubblicato sul n° 82 di Emmeciquadro

 

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