In più occasioni abbiamo proposto esperienze di lavoro con bambini di scuola dell’Infanzia o dei primi anni della Primaria in cui un contesto narrativo, prevalentemente legato alle fiabe, offre la cornice più favorevole a incontrare i concetti numerici e geometrici elementari in modo spontaneo e accattivante. Un approccio interessante anche con ragazzini più grandi, partendo da diversi spunti. 



 

La pluralità delle discipline può offrire stimoli interessanti per occasioni di attività laboratoriale in geometria, sostituendo opportunamente la funzione del racconto fiabesco. Spesso il contesto storico è quello più naturale e avvincente, ma numerosi sono anche gli spunti che vengono dall’arte.

Siamo in quarta Primaria, anno scolastico 2021-2022: colonne e capitelli dei templi greci e romani offrono modelli di solidi geometrici ricchi di proprietà. Il capitello dorico presenta forme semplici, quello ionico già esprime una raffinatezza formale nella voluta a spirale – forma curvilinea di particolare bellezza. Ma quello corinzio ci appare sorprendente nella sua complessità, in cui la geometria riproduce la frastagliata foglia dell’acanto, non certo racchiudibile in pochi tratti.



Forse non verrebbe in mente di prendere proprio questo ornatissimo capitello come oggetto di studio e riproduzione grafica. Ecco che un breve e conciso racconto nel De architectura di Vitruvio, presentando la leggenda della sua origine, che fa comprendere perché sia considerato un simbolo di vita oltre la morte, offre invece la suggestione significativa per esplorarne la struttura nel laboratorio di tecnologia.

La simmetria in geometria: impariamo dai Greci, osserviamo e riproduciamo

La simmetria è uno degli argomenti di geometria più affascinanti nella scuola primaria. Riconosciuta intuitivamente dai bambini fin dall’infanzia, sfiorata, introdotta e abbozzata in alcune attività, viene tematizzata esplicitamente nelle classi quarta e quinta. L’arte greca ne offre innumerevoli e significative rappresentazioni: cogliamo così l’occasione di offrire ai bambini un’esperienza dell’eccezionale raffinatezza e profondità della cultura greca, cui i sussidiari fanno abbondante quanto astratto riferimento.



In quarta iniziamo osservando gli artefatti greci: la forma dei vasi, le loro decorazioni abitate da guerrieri e divinità, da animali e vegetali, i volti scolpiti delle statue e dei fregi, la struttura architettonica dei templi, le narrazioni marmoree dei frontoni. Notiamo che i Greci hanno una preferenza per la pianta dell’acanto, sia dettagliata realisticamente che schematizzata sinteticamente.

Proponiamo di provare anche noi a disegnare una foglia di acanto, anche se siamo consapevoli della difficoltà di riprodurre una forma così complessa e frastagliata. Generalmente i bambini cominciano a disegnare un particolare per arrivare alla figura complessiva, della quale non sono capaci di gestire la dimensione generale, in rapporto al foglio utilizzato, o la relazione fra le parti. Chiediamo loro di procedere diversamente, cioè osservandone e tracciandone la struttura geometrica: cerchiamo di individuare le linee e le forme della foglia di acanto su immagini fotocopiate, le ricalchiamo per tracciarne la struttura geometrica, per poi cominciare a disegnare la foglia a partire dal disegno di questa struttura. Ognuno, con capacità e difficoltà proprie, riesce a disegnare la sua foglia.

A questo punto confrontiamo le foglie di acanto naturali e i nostri disegni con quelle rappresentate dagli artisti Greci. Osserviamo che la foglia di acanto in natura è asimmetrica e lo notiamo soprattutto dall’attacco delle nervature secondarie con quella centrale. Nelle decorazioni greche, invece, la nervatura centrale divide le foglie in due parti uguali che sono fra loro simmetriche. Questo modo di rendere più ordinata la struttura della foglia ci interessa, e decidiamo di trasformare e rendere i nostri lavori simmetrici.


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Cristina Perversi
(Docente presso la Scuola Primaria “Andrea Mandelli” di Milano)

© Pubblicato sul n° 84 di Emmeciquadro

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