Studiare il corpo umano alla scuola primaria è sempre una sfida. Sistemi, organi, strutture e funzioni disegnano un quadro estremamente complesso, ma irrinunciabile per capire la meraviglia del nostro corpo e la sua capacità di mantenerci in salute.In una classe quinta, da tempo abituata a percorsi didattici fondati su attività sperimentali, si è sviluppato il tema della digestione arrivando addirittura a proporre, seppure in modo semplificato, la «chimica» della digestione.Sono stati utilizzati: un cibo speciale come la mela e modelli estremamente semplici, ma sufficienti per identificare gli organi della digestione e per associare a nomi – bolo, chilo, chimo – e definizioni solitamente mandati a memoria, l’idea delle trasformazioni che avvengono nel processo digestivo.



Numerosi testi scolastici adottati nella scuola primaria, quando trattano l’argomento «corpo umano», prediligono sovente di usare il verbo «funzionare» riferito agli organi custoditi nel nostro corpo.

Io preferisco il verbo «lavorare»: il nostro cuore lavora, il fegato lavora, i polmoni lavorano eccetera. Il lavoro è svolto dall’uomo in modo creativo, usando la mano in modo intelligente, per implementare la condizione naturale dell’essere umano: vivere e vivere bene.



Il corpo umano non è una macchina funzionante, ma è un corpo vivo in «carne e ossa» che svolge il proprio lavoro e un occhio attento che osserva, non teso a cercarne solo cause ed effetti, si riempie di meraviglia, come pieni di stupore e meraviglia erano gli occhi degli alunni di quinta A e di quinta B della scuola Primaria Paritaria “Il Seme” ubicata in Castione Marchesi, una piccola frazione di Fidenza, in provincia di Parma, quando ho dimostrato loro che il nostro sistema digestivo, con competenza, grande abilità ed efficacia, riesce a trarre dal cibo le sostanze, l’energia, di cui il nostro corpo necessita per vivere.



Introduzione: il significato delle parole

Di buon mattino mi sono presentato in classe e ho iniziato chiedendo agli alunni cosa intendessero per «digerire». Alcuni avevano già delle nozioni a riguardo, per esempio che, per digerire, il cibo dovesse compiere un viaggio nel corpo; altri dicevano che era lo stomaco che digeriva; mentre per un ragazzino era l’intestino che digeriva il cibo.

Infine Nicola ha detto che digerire significa «trasformare» il cibo, così ho incalzato tutti gli alunni a considerare questo termine, trasformare, quindi li ho avviati a scrivere il verbo sul quaderno indicando che avremmo fatto così con tutte le parole degne della nostra considerazione e delle nostre riflessioni.

La parola trasformare ci ha spinti a comprendere che digerire ha a che fare col convertire gli alimenti in sostanze atte a nutrire l’organismo, trasformando, per esempio, una mela in piccolissimi pezzi. Il trasformare, per noi, era «smozzicare» la mela e masticare la polpa in modo da formare pezzettini sempre più piccoli, fino a renderla una poltiglia ricca di sostanze.

In seconda battuta ho chiesto loro se sapessero che cosa del cibo ingerito «interessa» al nostro corpo. La risposta soddisfacente, dopo alcuni tentativi, è stata che il cibo fornisce al corpo sostanze utili, sostanze «nutritive», e che il corpo vuole ricavare energia per tutte le sue attività proprio dai «nutrienti». Sul quaderno abbiamo scritto: nutrienti = fonte di energia.

Nel corso degli anni i ragazzi avevano imparato, anche se solo per cenni, che tutti gli organismi sono costituiti da parti piccolissime, le cellule all’interno delle quali avvengono azioni importanti per tutto il corpo proprio come, per esempio, la produzione di energia.

Così è stato facile chiarire che le sostanze nutritive introdotte con il cibo devono raggiungere le cellule per essere utilizzate e che il viaggio si compie all’interno del sangue.

La digestione della mela passo passo

Ho preso in mano una mela e ho lanciato una sfida: «Questa mela contiene una certa quantità di sostanze di cui ha bisogno il nostro corpo, soprattutto zuccheri e vitamine. Come faccio a introdurla nella circolazione sanguigna dato che è cosi grande?».

Certo, la risposta sembrava ovvia: «Con la digestione!», «Mangiandola!» gridavano.

«Quindi sapete già come si svolge la digestione?». Dal momento che nessuno osava dire nulla (o per lo meno di appropriato) li ho esortati a seguirmi per andare a vedere come, con destrezza e appropriatamente, la mela potesse entrare in circolazione.

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Franco Frigeri(Insegnante alla Scuola Primaria “Il seme” di Castione Marchesi – Fidenza).L’attività descritta è stata svolta nelle classi quinte sezioni A e B nell’anno scolastico 2018-2019 ed è stata condivisa nel Gruppo di Ricerca di Scienze, «Educare Insegnando», promosso dall’Associazione “Il rischio educativo” coordinato da Maria Elisa Bergamaschini e Maria Cristina Speciani.