Dalla collaborazione tra “Associazione BergamoScienza” e “WeWorld onlus” nasce, per la scuola secondaria di primo grado, il progetto R.E.A.C.T., la cui realizzazione è descritta in questo contributo. Un progetto dal nome complesso, Reti per Educare gli Adolescenti attraverso la Comunità e il Territorio (

R.E.A.C.T.), volto a «contrastare la povertà educativa e favorire l’inclusione di ragazzi che crescono in contesti difficili». Il lavoro, che ha fatto riferimento a un modello pedagogico (empowered peer education), più complesso della «educazione tra pari» perché si rivolge anche a soggetti adulti, si è articolato attorno a contenuti scientifici e ha comportato attività di laboratorio, presentate durante l’annuale Festival organizzato dall’Associazione BergamoScienza, che hanno avuto sulla didattica importanti ripercussioni.



 

Il progetto R.E.A.C.T. (weworld.it/news-e-storie/news/progetto-react) nasce dalla necessità di contrastare la povertà educativa e favorire l’inclusione di ragazzi che crescono in contesti difficili. Il progetto ha avuto inizio a settembre 2018, in dieci quartieri caratterizzati da disagio socioeconomico di sette città italiane: Torino, Milano, Roma, Aversa, Cagliari, Quartu Sant’Elena, Palermo.



Il progetto, che ha in WeWorld (www.weworld.it) il capofila, coinvolge 3200 ragazzi, 1700 famiglie e 690 insegnanti, oltre a enti del terzo settore e le scuole frequentate dai ragazzi. In particolare, a WeWorld fanno capo diverse cooperative distribuite nei territori e i loro community worker (operatori che aiutano la comunità a identificare i bisogni che ne ostacolano le possibilità di sviluppo; WeWorld, 2021) che lavorano direttamente con i ragazzi coinvolti nel progetto, le famiglie e le loro scuole, e agiscono da tramite tra gli insegnanti delle scuole scelte e i formatori di due associazioni, BergamoScienza (www.bergamoscienza.it) e CLAC (www.clac-lab.org) che giungono nelle varie città solo in occasione degli incontri nelle scuole.



 

Lo scopo di questo articolo è di condividere l’esperienza fatta durante i tre anni del progetto R.E.A.C.T., focalizzandoci sulle attività condotte dall’associazione BergamoScienza.

L’intervento dell’associazione era mirato a combattere la dispersione scolastica, aumentando l’interesse dei ragazzi per la scuola, coinvolgendoli in un’attività di ideazione e preparazione di laboratori scientifici; a tal proposito, sono state individuate classi seconde di 15 scuole secondarie di primo grado delle città italiane sunnominate, per un totale di 593 studenti e 27 docenti (su tre anni). Per la creazione dei laboratori, ci si è basati sul modello educativo dell’empowered peer education (per es., Boda, 2001; Parkin e McKeganey, 2000; Campbell e MacPhail, 2002; Pellai, Rinaldin, Tamborini, 2002), massimizzando il coinvolgimento degli studenti in tutte le fasi del percorso, dalla scelta degli argomenti all’attuazione di quanto programmato. Questo metodo lascia che siano gli studenti a orientare maggiormente le scelte e le decisioni che influenzeranno l’esito del progetto. Ci siamo distaccati dal metodo descritto in bibliografia (Pellai, Rinaldin, Tamborini, 2002) fondamentalmente per un punto: al posto di scegliere, come formatori, un sottogruppo della classe partecipante, si è scelto di includere tutti gli studenti della classe.

Un approccio simile è stato alla base dei laboratori fortemente voluti e poi ospitati da BergamoScienza durante le varie edizioni del Festival omonimo e che vengono progettati e preparati da scuole durante l’anno scolastico che precede il Festival che, di solito, si svolge a Bergamo nelle prime due settimane del mese di ottobre di ogni anno (il Festival è giunto, nel 2021, alla sua XIX edizione).

A primavera di ogni anno, BergamoScienza pubblica il bando di partecipazione all’omonimo Festival per le scuole italiane. Tutte le scuole di ogni ordine e grado possono rispondere alla chiamata e inviare il proprio progetto.

L’associazione ha sempre favorito la partecipazione di scuole di ogni ordine e grado, premiando quelle che presentano il massimo grado di coinvolgimento degli studenti, in special modo quando sollecitati sin dalla progettazione del laboratorio. Con il passare degli anni, si è visto come le scuole partecipanti al Festival aumentino costantemente e di come gli insegnanti sottolineino l’importanza del Festival per le scuole e valutino molto positivamente l’impegno profuso dagli studenti nella creazione dei laboratori e nella loro gestione.

 

I passi nella realizzazione del progetto

Visti i risultati ottenuti con le scuole della provincia di Bergamo, si è ritenuto opportuno sfruttare quanto osservato durante il Festival di BergamoScienza proponendo un percorso simile alle classi partecipanti al progetto R.E.A.C.T.

 

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Clara Mangili  (insegnante,  membro della Associazione BergamoScienza, ricercatrice del Department of Earth and Environmental Sciences dell’Università di Ginevra (CH))

Bruna Bergamaschi  (Insegnante, membro dell’Associazione BergamoScienza)

Alessandro Volpi  (Insegnante, membro dell’Associazione WeWorld onlus Milano)

 

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