Nell’insegnamento delle Scienze naturali, denominazione del corso che si sviluppa dalla prima alla quinta classe, è presente il rischio della frammentarietà, soprattutto nel primo biennio, e non solo tra le diverse discipline che costituiscono il corso stesso ma anche in relazione alla Fisica nel liceo scientifico.L’autrice, riflettendo sulla sua lunga esperienza, evidenzia punti essenziali per superare assolutizzazioni di metodo e approssimazioni di contenuto e al tempo stesso per tenere conto senza riduttivismi del reale livello linguistico e concettuale degli studenti del biennio. Criteri interessanti che meritano di essere approfonditi.
Le molteplici discipline – Chimica, Scienze della Terra, Biologia – che vanno sotto il nome di Scienze naturali ci permettono di scoprire la bellezza, l’ordine e la complessità della realtà che ci circonda e della quale facciamo parte: certamente la prima evidenza da tenere presente per impostare il corso di Scienze al primo biennio dei Licei è che la realtà naturale si presenta alla nostra osservazione bella, ordinata e complessa, ma anche che è a noi accessibile.
Ognuna di queste discipline ha una sua specifità, ma è correlata con le altre. È necessario quindi avere sempre in mente che le discipline sono in relazione tra loro, perché risulta più semplice «passare» da una all’altra facendo percepire allo studente la specificità di ognuna, evitando però lo scollamento tra di esse, perché la realtà è una pur manifestandosi ai nostri occhi con tutte le sue sfaccettature. Per arrivare a comprendere la complessità delle relazioni, per esempio tra il livello macroscopico e quello microscopico, ritengo che si debba partire da ciò che è più immediatamente accessibile: l’aspetto macroscopico.
Osservare non è solo guardare
Gli studenti che iniziano il liceo devono imparare a osservare la realtà che li circonda: questo è fondamentale perché osservare non è solo guardare! Osservare quello che accade in una provetta, osservare una roccia, osservare un ghiacciaio in estate e in inverno, osservare un pezzetto di carne in una provetta dove è stata messa dell’acqua ossigenata, fino a osservare con il microscopio ottico, verso la fine della classe seconda, le cellule vegetali la cui dimensione si colloca tra la realtà più propriamente macro e la realtà più propriamente micro (molecole e atomi). Quante osservazioni si possono fare al biennio! In laboratorio ma non solo… si possono «sfruttare» le gite scolastiche, utilizzare le foto dei libri di testo, le immagini del web. Ho detto che osservare non è solo guardare: perché? Quando guardiamo non ci accorgiamo di tutti i particolari, molti ci sfuggono, non attirano la nostra attenzione! Se invece osserviamo, facciamo più attenzione a ogni singolo particolare, ci chiediamo il perché di certe modifiche e trasformazioni, siamo curiosi, vogliamo delle risposte, vogliamo capire. Dobbiamo creare le condizioni perché i nostri studenti facciano questa esperienza!!
L’aspetto della realtà naturale più accessibile: il macroscopico
Quali sono quindi le discipline che ritengo più utili per questo scopo al biennio e che ho scelto per analizzare inizialmente l’aspetto macroscopico? Chimica e Scienze della Terra al primo anno, Biologia al secondo anno: Chimica con lo studio delle trasformazioni fisiche e chimiche della materia e infine l’acqua con le sue proprietà; le Scienze della Terra con l’analisi delle sfere della Terra in relazione tra loro, idrosfera, atmosfera e geosfera; la Biologia che viene introdotta partendo dalla quarta sfera della Terra, la biosfera. Poi dallo studio degli ecosistemi si passa allo studio degli organismi viventi in ordine di complessità.
Che cosa collega queste discipline che sono nella loro specificità così diverse? Lo spunto è per me evidente: l’acqua. L’acqua lega la Chimica e le Scienze della Terra con l’idrosfera e con la Biologia perché componente essenziale per la vita di ogni organismo vivente. L’acqua è proprio quella parte di realtà naturale più semplice e più comune con cui uno studente si impatta; è una realtà addirittura scontata ma è essenziale per la nostra esistenza. È sempre molto interessante costatare come gli studenti, anche se inizialmente scettici, scoprono che quell’oggetto di studio conosciuto nella quotidianità è protagonista di tanti fenomeni sia della realtà semplice, come per esempio una soluzione di acqua e sale (…dal mare al becher), sia della realtà più complessa, come l’acqua presente nelle cellule che rende possibili le reazioni chimiche in tutti i tipi di organismi.
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Tecla Gomba
(docente di Scienze naturali presso i licei classico e scientifico della Fondazione “Sacro Cuore” di Milano)
© Pubblicato sul n° 82 di Emmeciquadro