È possibile insegnare chimica alla scuola secondaria di primo grado appassionando i ragazzi a questa disciplina spesso accostata in modo troppo astratto e ripetitivo? L’autrice presenta un percorso svolto tra la fine della prima classe e l’inizio della seconda in cui si incomincia a studiare la materia dal livello macroscopico, ovvero dalla realtà fenomenologica incontrabile/osservabile sul campo e/o in laboratorio. Coniuga la dimensione storica e la dimensione sperimentale «raccontando» l’evoluzione nel tempo del sapere chimico ad opera di grandi scienziati e realizzando i primi esperimenti relativi alle leggi quantitative: i ragazzi acquisiscono il lessico e il linguaggio propri della scienza chimica per raccontare quanto essi stessi via via sperimentano.
È possibile impostare un percorso di chimica che non parta dalla struttura dell’atomo? Fino a qualche anno fa avrei risposto «assolutamente no», considerando le scoperte del Novecento come punto di partenza per qualsiasi trattazione della chimica. Avevo dimenticato che i modelli e le teorie microscopiche si fondano su tutta una serie di leggi e conoscenze (per esempio le leggi ponderali) che risalgono a epoche precedenti della storia della chimica, che ne hanno posto le basi, e che quindi non possono essere tralasciati o trattati come ovvi all’interno di una trattazione che parte dalle scoperte più recenti.
Ho pensato quindi a un percorso che avesse una chiara impostazione sperimentale, che si focalizzasse sull’osservazione macroscopica delle sostanze e delle trasformazioni del mondo che ci circonda, per giungere solo dopo e in modo graduale all’aspetto particellare, senza entrare nel merito dei modelli atomici.
Quasi tutti i manuali della scuola secondaria di primo e di secondo grado, al contrario, hanno un’impostazione centrata sulla struttura dell’atomo e dei legami chimici. Tante nozioni ben organizzate, a cui però spesso non corrisponde, soprattutto per lo studente della secondaria di primo grado, nessun significato, nessun collegamento con il mondo reale.
Le prime lezioni
Per questo nelle prime lezioni del percorso ho mostrato ai ragazzi come la chimica sia collegata a moltissimi aspetti della nostra vita quotidiana, in modo da togliere l’idea che già avevano della chimica come qualcosa di pericoloso e artificiale. Ho parlato loro delle trasformazioni chimiche che avvengono nel nostro corpo, per esempio nella digestione, ho parlato loro delle medicine e di tutte le sostanze profumate che percepiamo con l’olfatto e che grazie alla chimica possiamo riprodurre in laboratorio.
Il lavoro poi si è diversificato: in prima ci siamo focalizzati sui miscugli, e sui metodi di separazione dei miscugli. In seconda invece abbiamo cercato di capire l’importanza della chimica nella storia dell’uomo e ci siamo concentrati poi su alcuni tipi di reazioni chimiche.
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Maria Gregori (Docente di Scienze presso la Scuola Secondaria di Primo Grado “Andrea Mandelli” di Milano).
L’attività descritta è stata svolta nelle classi prime e seconde nell’anno scolastico 2018/2019 ed è stata discussa e condivisa nel Gruppo di Ricerca di Scienze promosso dall’Associazione “Il rischio Educativo” coordinato da Maria Elisa Bergamaschini e Maria Cristina Speciani.