Gli scimpanzé sanno curarsi da soli, trasmettendo le nozioni in materia “sanitaria” di generazione in generazione. Questa è l’incredibile scoperta che è stata realizzata nell’ambito di alcuni studi scientifici pubblicati su riviste autorevoli del settore e di cui dà notizia con un servizio “Blitz Quotidiano”. Di fatto, è stato osservato che tali primati sanno applicarsi, da soli, ma anche e soprattutto reciprocamente, impacchi di insetti schiacciati sulle loro ferite e sulle loro infezioni, pulendosi reciprocamente il pelo dai parassiti.
Un rito di igiene, sicuramente, da parte degli scimpanzé, ma anche di empatia fra gli esemplari, divenendo infermieri gli uni per gli altri, per una cura totalmente consapevole e non certo figlia del caso. Detto in altri termini: non è una vera e propria arte medica, ma poco ci manca. È un curarsi reciproco, è un esserci gli uni per gli altri, è un’iperbole assolutamente positiva dell’amore reciproco. Nell’arco dei millenni, pertanto, l’evoluzione degli scimpanzé ha permesso loro di comprendere che l’impacco di alcuni insetti applicato alle ferite e alle infezioni sortisce effetti analoghi a quelli di antinfiammatori, antidolorifici e antibiotici.
SCIMPANZÉ SANNO CURARSI DA SOLI: INSETTI RIDOTTI IN POLTIGLIA E…
Quanto è stato visto nell’attività di studio condotta da ricercatori in tutto il mondo (e di cui parla ‘Blitz Quotidiano’), dimostra che gli scimpanzé hanno una cultura medica di base, che sono riusciti a trasmettersi da esemplare a esemplare, di generazione in generazione. Ovviamente, non lo fanno attraverso concetti e linguaggi tipici degli esseri umani, ma non abbandonano mai la via della consapevolezza, che appartiene loro.
Infatti, gli scimpanzé, per le loro attività terapeutiche, si muovono in questo modo: vanno a caccia dell’insetto che serve loro, lo afferrano e lo riducono in poltiglia, sino ad applicarlo poi sulle proprie ferite come una vera e propria medicazione. Lo fanno sul proprio corpo e su quello dei loro simili, mostrando di possedere un’empatia così spiccata che spesso non la si ravvisa (in questi termini) neppure fra gli uomini.