SCIOPERO 15 NOVEMBRE 2024 SCUOLA IN TUTTA ITALIA
Lo sciopero 15 novembre 2024 non mette a rischio le lezioni solo a Roma, ma in tutta Italia, perché è nazionale. A confermare la notizia della mobilitazione, che è stata indetta da Anief per i motivi che vi abbiano già indicato, è stato il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Per domani anche ADL Cobas e Rete di azione unitaria per l’inclusione – RUI hanno proclamato uno sciopero generale regionale che riguarda il personale del comparto Istruzione e Ricerca della Lombardia.
Oltre alla scuola si ferma anche l’università, infatti in occasione dello sciopero studentesco nazionale proclamato dall’Unione degli Studenti e LINK Cordinamento Universitario, è stato lanciato un invito ai professori, ricercatori, tecnici, dottorandi e amministrativi a protestare insieme agli studenti contro i tagli del governo. A farlo è stato Simone Cigliano di Rete della Conoscenza, spiegando che è necessario il coinvolgimento di tutti coloro che fanno parte del mondo della formazione.
Le famiglie si chiedono ora cosa succederà domani nelle scuole per lo sciopero 15 novembre 2024: le scuole hanno già fatto sapere che non è possibile confermare che saranno garantiti i servizi, anticipando dunque che gli studenti potrebbero essere costretti a tornare a casa.
SCIOPERO 15 NOVEMBRE 2024: PROTESTANO ANCHE IDONEI CONCORSO SCUOLA 2023
Allo sciopero di domani parteciperanno anche coloro che sono risultati idonei al concorso scuola 2023 ma ancora senza graduatoria di merito a esaurimento, infatti per l’occasione è stata organizzata una manifestazione alla sede del Ministero dell’Istruzione e del Merito a Roma.
Money.it riferisce che le ragioni della mobilitazione sono le stesse della precedente manifestazione che si è tenuta a fine settembre. Infatti, tali docenti dovranno a breve sostenere un altro concorso annunciato dal ministro Valditara, pur avendone già superato uno, quindi devono sostenere a distanza di pochi mesi nuove prove, motivo per il quale chiedono che venga riconosciuto il loro merito.
Anche di loro ha parlato Marcello Pacifico di Anief, spiegando che è “assurdo” non riconoscere loro il diritto all’assunzione in ruolo o all’abilitazione. Infatti, ha attaccato la gestione del reclutamento, che definisce “irragionevole“, cogliendo l’occasione per esprimere solidarietà ai precari con oltre 3 anni di servizio e gli idonei ai concorsi che sono stati esclusi in maniera ingiusta dalle stabilizzazioni.