Quella di venerdì prossimo, 20 ottobre 2023, sarà una giornata di sciopero generale in tutta Italia, di conseguenza una giornata di passione per moltissimi cittadini italiani. Fra una settimana si fermeranno infatti i trasporti pubblici, ma anche i voli, le scuole e gli uffici. Si tratta di una classica giornata di sciopero generale che è stato organizzata da diverse sigle sindacali, e che avrà orari differenti a seconda delle città. Per quanto riguarda i trasporti, si bloccheranno in Lombardia Trenitalia e Trenord, dalle ore 21:00 di giovedì 19 ottobre, allo stesso orario del venerdì 20.



Ancora da comunicare le fasce di garanzia, ma in ogni caso sono ipotizzabili fra le 6:00 e le 8:00 e poi fra le 15:00 e le 20:00, anche se ovviamente bisognerà aspettare la comunicazione ufficiale. A Milano si fermerà anche ATM, mentre non è ben chiaro quali trasporti si fermeranno a Roma, probabilmente ATAC e TPL, ma non vi è certezza. Oltre ai trasporti via terra, durante lo sciopero del 20 ottobre si fermeranno anche i voli, con uno stop di 24 ore dalle ore 00:01 di venerdì prossimo, fino alle 23:59 dello stesso giorno, e durante la giornata saranno possibili soppressioni e ritardi.



SCIOPERO 20 OTTOBRE, TRASPORTI, SCUOLA E VOLI: LE FASCE DI GARANZIA PER GLI AEREI

Le fasce di tutela saranno quelle dalle ore 7 alle 10 e dalle ore 18 alle 21, e nel contempo si attende l’elenco dei voli garantiti. Attenzione anche a quello che accadrà nelle scuole, visto che il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annunciato uno sciopero generale per l’intera giornata di venerdì prossimo indetto da Adl Varese, Cub, Sgb, SI Cobas, U.S.I. – Unione Sindacale Italiana, e USI – Educazione, e che riguarderà tutto il personale scolastico.

Possibili disagi anche per quanto riguarda gli uffici pubblici, a cominciare dagli sportelli dell’Inps, con l’istituto nazionale di previdenza sociale che ha già fatto sapere che ci potrebbero essere dei disagi per la giornata in questione. Quali sono le ragioni dello sciopero? Le sigle sindacali lamentano salari bassi, tagli alle pensioni, precarietà e il blocco del reddito di cittadinanza.