SCIOPERO 22 DICEMBRE 2023: CINQUE MANIFESTAZIONI DI PROTESTA
È in corso a Roma la manifestazione dei lavoratori del commercio e del turismo che oggi scioperano per chiedere il rinnovo del contratto, scaduto da oltre tre anni. L’agitazione è stata proclamata da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Al corteo hanno partecipato 4.000 persone, fino a Piazza S.S. Apostoli. Anche a Napoli si è svolta la manifestazione interregionale unitaria del Sud dei lavoratori del commercio, del turismo e del terziario delle categorie di Cgil, Cisl e Uil.
Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania e Napoli, ha spiegato all’Ansa: “È una categoria da 4 anni senza contratto nazionale. Sono tanti lavoratori, molti dei quali ai limiti della povertà perché precari o impiegati a tempo parziale e il contratto è l’unico modo per rivalutare i loro salari. Ecco perché questo sciopero alla vigilia del Natale. In questi mesi le imprese del turismo e del terziario hanno cominciato a macinare forti profitti grazie anche al sacrificio dei lavoratori che devono bene”.
SCIOPERO 22 DICEMBRE 2023: CINQUE MANIFESTAZIONI DI PROTESTA
Un nuovo sciopero paralizza l’Italia. A incrociare le braccia, oggi 22 dicembre 2023, non saranno però i lavoratori dei trasporti bensì quelli del terziario, del commercio e del turismo. Parliamo di oltre 5 milioni di persone che scioperano per rivendicare il rinnovo del contratto, fermo da 3 anni. Proteste anche legate all’inflazione e ai salari in stallo, spiega Sky Tg24. Nei giorni scorsi c’è stato uno stop sul tema dell’incremento salariale: il tavolo di negoziato non è andato come sperato e dunque tutto è nuovamente bloccato. La protesta è stata lanciata dalle sigle Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs: queste hanno organizzato cinque piazze di protesta con tre manifestazioni interregionali a Roma, Milano e Napoli e due manifestazioni regionali a Cagliari e Palermo. (agg. JC)
SCIPPERO 22 DICEMBRE: FERMI NEGOZI E RISTORANTI
Nuovo sciopero in arrivo in Italia. Nella giornata di domani, 22 dicembre 2023, incroceranno le braccia i negozi e i ristoranti, ma anche alberghi, agenzie di viaggio, mense, terme e supermercati, per un totale di circa 5 milioni di lavoratori che potrebbero scendere in piazza. A segnalarlo è Il Sole 24 Ore, spiegando come a tre giorni dal Natale si fermano il turismo e il terziario per reclamare il rinnovo dei contratti scaduti da circa 3 anni.
La protesta interesserà tutta Italia e il segretario della Cgili, Maurizio Landini, sarà in Piazza Castello a Milano alle ore 9:30 di domani mattina. «Le imprese affermano di non poter sostenere i costi per il rinnovo, ma noi nel turismo vediamo una evidente ripartenza, dalla stagione balneare alle città d’arte, e le vendite nella grande distribuzione stanno tenendo», le parole a Repubblica negli scorsi giorni da parte di Paolo Andreani, segretario generale della UilTucs, I sindacati hanno effettuato delle richieste di «riconoscere aumenti retributivi necessari a contrastare l’inflazione» e di non «manomettere diritti acquisiti, come scatti di anzianità, quattordicesima e permessi retribuiti».
SCIOPERO 22 DICEMBRE 2023: SI FERMANO TURISMO E TERZIARIO. LA RISPOSTA DI CONFCOMMERCIO
Viene inoltre chiesta una revisione degli orari di lavoro per conciliare turni in azienda con la propria vita privata, ma anche norme per contrastare la violenza di genere, sostegno alla genitorialità e misure per contrastare la precarietà. Sullo sciopero del 22 dicembre si è espresso anche Confcommercio che ha ribadito la propria «disponibilità al confronto immediato» e rigettando «le motivazioni poste strumentalmente a sostegno dello sciopero del 22 dicembre».
E ancora: «Quando si è giunti alla necessità di stringere il negoziato, a fronte della disponibilità di riconoscere incrementi salariali in linea con l’inflazione ma a condizioni di piena sostenibilità per le imprese, si è registrata una totale indisponibilità ad affrontare un confronto a tutto tondo». Secondo quanto scrive Open lo scorso 11 dicembre Confcommercio ha inoltrato ai sindacati una nuova proposta di incontro per evitare lo sciopero ma le parti non sono riuscite a trovare l’intesa.