E’ scattato proprio in questi minuti lo sciopero Atm, l’azienda del trasporto pubblico di Milano, indetto per la giornata di oggi, martedì 11 ottobre 2022. Dalle ore 8:45 fino alle ore 15:00 di oggi pomeriggio, i dipendenti dell’azienda di tram, bus e treni circolanti nel capoluogo lombardo ma anche in provincia, incroceranno le braccia per protestare contro le continue aggressioni delle quali sono stati vittime gli stessi lavoratori di Atm. Un fenomeno che sta divenendo insostenibile come spiegano gli stessi, alla luce delle 6 aggressioni registrate solamente nelle ultime 48 ore. I lavoratori dell’azienda di Milano hanno quindi deciso di indire uno sciopero per oggi, chiedendo una maggiore protezione e l’adozione di misure che scoraggino i violenti.
Fra coloro che sono stati aggrediti durante il loro lavoro anche Luca (nome di fantasia), 35enne di cui gli ultimi due anni trascorsi a lavorare presso la metro di Milano, prima di decidere di dire addio e dedicarsi ad altro. “Non sono il solo: due anni fa, nel mio gruppo, siamo stati assunti in 18. Tutti come agenti di stazione. Io sono il terzo ad essermi dimesso”, racconta oggi lo stesso dipendente Atm, parlando ai microfoni del quotidiano Il Giorno. In occasione dello sciopero Atm di oggi, 11 ottobre 2022, il giornale ha voluto raccogliere la testimonianza di un dipendente dell’azienda che ha vissuto in prima persona le violenze e la paura.
SCIOPERO ATM OGGI 11 OTTOBRE, TRASPORTI FERMI, LUCA: “IN DUE ANNI TRE EPISODI ECLATANTI”
“In due anni di servizio mi sono capitati tre episodi eclatanti, in due sono stato minacciato di morte, senza contare le volte che sono stato insultato, con tanto di sputi. A un certo punto mi sono reso conto che ero terrorizzato, che lavoravo nella paura di rivedere chi mi aveva minacciato. Mi sono reso conto che in me aveva prevalso la tendenza al lassismo, al lasciar correre, a far finta di non vedere e non sentire. La gente non lo capisce ma un agente di stazione non ha scelta: abbiamo a che fare con persone che sono bombe ad orologeria, siamo soli in una valle di pazzi. La priorità diventa tornare a casa sani”.
Oggi Luca (ripetiamo, nome di fantasia), ha deciso di dire basta: “Io un giorno mi sono chiesto: perché devo andare al lavoro come andassi in guerra? E ho detto basta. Oggi faccio un altro mestiere: guadagno meno, ma non c’è paragone quanto a qualità della vita”. E sullo sciopero Atm di oggi spiega: “Sono solidale. In particolare con chi ha figli. Sono loro i più preoccupati, i più spaventati”.