Benzinai sul piede dello sciopero
I benzinai italiani sembrano sul piede di uno sciopero, primo passo di una “guerra” nei confronti del Governo dopo l’approvazione, arrivata ieri, del nuovo decreto fine a garantire una maggiore trasparenza nei prezzi della benzina per il consumatore. A quanto riferisce Ansa, infatti, nella giornata di oggi le tre principali single sindacali del settore della benzina, ovvero Faib-Confesercenti, Fegica e Fegisc-Confcommercio, si sono riunite.
L’obiettivo delle single sindacali, che hanno proposto lo sciopero dei benzinai, era quello di discutere sul recente decreto che, di fatto, ha eliminato lo sconto voluto dal governo Draghi sulla benzina. Una manovra necessaria, secondo fonti di governo, per recuperare fondi destinabili ad altre emergenze. Tuttavia, la risposta delle sigle sembra configurarsi come piuttosto dura, chiedendo un tavolo con il Governo per fare il punto di cosa succederà nei prossimi giorni. Inoltre, riferisce ancora Ansa, le single sindacali starebbero pensando anche ad uno sciopero dei benzinai nei prossimi giorni, ma non vengono riferiti particolari dettagli in merito. Secondo quanto riferisce TgCom24, invece, lo sciopero potrebbe essere fissato a fine mese, ma anche in questo caso si sostiene che non vi siano decisioni concrete, probabilmente molto dipenderà dall’esito del tavolo con il Governo.
Fegica: “Serve prezzo amministrativo per la benzina”
Ad esprorsi in merito alla vicenda della benzina e della riunione tra le sigle sindacali della categoria benzinai che starebbero pensando allo sciopero, è stato per ora solamente Roberto di Vincenzo, segretario di Fegica (la Federazione Italiana Gestori Carburanti e Affini). Di Vincenzo, secondo quanto riporta TgCom24, ha insistito sulla necessità di interventi chiari e precisi da parto dello stato, che non si limitino alla pubblicazione di un listino prezzi che non aiuterebbe, a suo dire, il consumatore.
“Vedremo la traduzione in una norma, ma gli annunci non contengono nulla che abbia effetto sui prezzi” della benzina, spiega Di Vincenzo. “Le accise rimangono tra le più alte del mondo, mentre gli speculatori internazionali e la criminalità che sottrae ogni anno 13 miliardi di euro all’erario italiano rimangono al riparo”, continua. “I benzinai”, in seguito al decreto sulla trasparenza per il prezzo della benzina, “aggiungeranno un paio di cartelli, ma saranno gli automobilisti a doversi districare nella giungla di numeri”, ed è qui che si inserirebbe lo sciopero proposto dalle sigle. Servono, conclude, “strumenti efficaci e disponibili come quello dell’accisa mobile. Se poi si ha davvero il polso fermo, il governo imponga immediatamente il prezzo amministrato“.