Sarà protesta ad oltranza a Trieste, dove da questa mattina in oltre sei mila si sono ritrovati a manifestare contro l’obbligatorietà del Green Pass nelle sedi di lavoro. Nessun disagio al livello lavorativo, ma dai vertici del movimento arrivano chiari messaggi nel prosieguo della protesta. Stefano Puzzer, leader del Coordinamento lavoratori portuali di Trieste, in conferenza stampa al Varco 4 ha infatti ammesso: “La protesta va avanti fino a quando non tolgono il Green pass. Tanta gente in pullman che arriva da fuori viene bloccata. Non credo sia per motivi di ordine pubblico, è un segnale che la dittatura è iniziata“.



Anche a Messina è stata organizzata una manifestazione contro il Green pass. Centinaia di persone si sono riunite in corteo e da piazza Antonello sono arrivate al Comune. Poi con cori e striscioni hanno urlato il loro no al documento verde sul posto di lavoro e soprattutto nelle scuole. Situazione ben diversa a Bari, dove il movimento di protesta si è rivelato essere un vero e proprio flop. Solo una ventina di persone ha partecipato questa mattina a una manifestazione di protesta in piazza Cesare Battisti, davanti al palazzo Ateneo. “Siamo cittadini a tempo la nostra cittadinanza dura 12 mesi, quanto il green pass, e poi scade. Questa è discriminazione e noi non ci stiamo” hanno detto alcuni manifestanti. Al sit-in hanno partecipato anche alcune famiglie con bambini che in piazza hanno sventolato piccole bandiere dell’Italia. (aggiornamento di Luca Bucceri)



SCIOPERO GREEN PASS 15 OTTOBRE: CAOS A GENOVA E ANCONA

Lo sciopero contro il green pass di oggi, venerdì 15 ottobre 2021, sta provocando disagi in diversi punti del Paese. Riflettori accesi sui principali porti: a Trieste in sei mila in protesta, ma non sono stati registrati problemi lavorativi, l’attività procede seppur rallentata. Qualche disagio, invece, a Genova (bloccati due varchi) e Ancona, mentre tutto procedere regolarmente a Napoli. In corso diversi cortei, pensiamo a Torino e Firenze, dove un migliaio di persone di sono riunite al grido di “libertà, libertà”.

Arrivate le prime reazioni politiche allo sciopero contro il green pass di oggi, così il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani: «Noi ci auguriamo che ci sia un senso di responsabilità da parte di tutti: bloccare i porti e’ un grave errore perché il danno si fa all’economia, non lo si fa né al Governo né a chi è favorevole al Green pass». Queste le parole del governatore ligure Giovanni Toti: «Ci sono proteste ai varchi portuali, presidi in prefettura, ma per ora tutto si sta svolgendo pacificamente e questo, dopo le giornate della scorsa settimana sembra un inizio bene augurante». (Aggirornamento di MB)



SCIOPERO GREEN PASS 15 OTTOBRE: PORTO TRIESTE FUNZIONA

Le proteste ci sono, i presidi pure, ma il porto di Trieste al momento funziona e non è stato bloccato dallo sciopero contro il Green Pass: sono almeno 5 mila i manifestanti davanti al Varco 4 in protesta contro il Governo Draghi, ma nel complesso «Il porto di Trieste funziona: ovviamente in alcuni passaggi ci saranno difficoltà e ranghi ridotti, ma funziona. Ho chiesto di tenere bassa la temperatura evitando scontri frontali per non danneggiare l’economia di un Paese, dato che danneggiare l’attività del porto di Trieste significa danneggiare un grande numero di aziende che lavorano nell’indotto», ha spiegato il Presidente del Friuli Massimiliano Fedriga a SkyTg24.

«Alle 13.30 faremo una conferenza stampa. Siamo convinti della libertà di scelta per tutte le persone. Due persone su 10 sono contrarie al Green pass? Due persone su 10 meritano di essere ascoltate», ha spiegato a “Mattino5” il portavoce dei portuali triestini Stefano Puzzer, «Il nostro non è un blocco: chi ha deciso di andare a lavorare, può andare tranquillamente. Noi chiediamo l’abolizione del green pass, uno strumento economico e non sanitario che crea discriminazioni tra lavoratori e tra cittadini. Con tutta l’umiltà del caso, non cerchiamo nessuno scontro con il governo: cerchiamo un’apertura. Abbiamo chiesto la proroga per l’entrata in vigore del Green pass perché ci facciamo portavoce di cittadini e famiglie in difficoltà. Chi prima non riusciva ad arrivare alla fine del mese, ora deve spendere 2-300 euro al mese per i tamponi». Situazioni complesse ma comunque gestibili nei porti di Gioia Tauro, Genova e Palermo, attività regolari in Puglia e a Napoli, mentre i “No Pass” a Roma hanno tentato di bloccare il traffico in zona Porta Maggiore: le forze dell’ordine sono intervenute e dopo le 8 hanno impedito che i sit-in bloccassero la circolazione già sempre caotica delle mattine romane. Rischio per uno “sciopero truccato” nei prossimi giorni a Milano all’interno dell’azienda trasporti Atm: come scrive il Corriere della Sera, nella chat “No Pass” gira il video di un avvocato che “consiglia” ai tranvieri contro il Green Pass, «La legge lascia in mano ai lavoratori un’arma inedita. Dicendo semplicemente di non avere la certificazione, si può organizzare uno sciopero senza preavviso. E senza rischiare nulla». In pratica, basta che nessuno fa il tampone e si organizzi con diversi altri dipendenti, «e il blocco sarà inevitabile». Blocco totale no visto che solo il 10% – dati “CorSera” – risulta senza Green Pass, ma possibili insidie e disagi per la circolazione potrebbero crearla.

TRASPORTOUNITO: “RISCHIO PARALISI”

Scatta oggi 15 ottobre l’obbligo del green pass per tutti i lavoratori, sia pubblici che privati, e per questo che già stato ribattezzato il D-Day, è in programma uno sciopero nazionale, una serie di manifestazioni da nord a sud del Paese con l’obiettivo di fatto di bloccare lo stesso. Fra i tanti settori che rischiano la paralisi vi è in particolare quello dei trasporti, e a riguardo Trasportounito, come si legge su Open, ha fatto sapere che «Il Green pass riverserà sulla testa delle imprese di autotrasporto più di 70 milioni al giorno, i maggiori costi deriveranno dalla mancata produttività degli autisti che non saranno più impiegabili e non sostituibili per carenza di personale». E questo potrebbe provocare anche problemi concreti per i consumatori, ovvero: «ritardi delle consegne, circa 320.000 ore al giorno in più rispetto allo standard giornaliero».

Ribadisce il concetto Coldiretti: «Con l’85% dei trasporti commerciali che in Italia avviene su strada, lo stop di camion e tir mette a rischio la spesa degli italiani soprattutto per i prodotti più deperibili come il latte, la frutta e la verdura che non riescono a raggiungere gli scaffali dei mercati». A smentire tale previsione funesta ci hanno però pensato i grandi marchi della distribuzione come Esselunga e Coop, secondo cui non sembrano profilarsi all’orizzonte criticità particolari legati alle forniture, anche perchè le merci che provengono dall’estero potranno passare la frontiera anche senza essere provvisti di green pass (in questo caso i camionisti potranno accedere solo all’area di carico e scarico). (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

SCIOPERO CONTRO GREEN PASS, OGGI 15 OTTOBRE, DIRETTA: CORTEI VIETATI, CAOS TRIESTE

Il “d-day” del Green Pass è arrivato e il Paese rischia il blocco totale, oltre allo sciopero diffuso in diverse settori: si rischia infatti un ennesimo venerdì “nero” questa volta però non solo per i mezzi pubblici ma anche per porti, trasporti su gomma (tir), uffici pubblici e aziende private. L’entrata in vigore delle nuove regole sul Green Pass – divenuto da oggi fino al 31 dicembre 2021 obbligatorio per poter lavorare – negli ultimi 7 giorni ha provocato una forte tensione sociale che rischia di “esplodere” nella giornata di oggi, 15 ottobre.

Dall’assalto alla Cgil di Roma alle piazze “No Pass” e “No Vax”, dagli scioperi locali alla maxi-protesta di alcuni porti italiani (Trieste, Genova, Palermo): la richiesta è sempre la stessa, eliminare l’obbligo di Green Pass o quantomeno attenuarlo ponendo in essere la gratuità dei tamponi per poter ricevere il certificato verde anti-Covid. Il Governo però una volta di più mantiene dritta la “barra”: ieri con il Premier Draghi durante l’incontro con i sindacati, è stato ribadito che l’obbligo rimane e non vi saranno concessioni davanti alle proteste. Non solo, la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali ha formalmente invitato la Federazione italiana sindacati intercategoriali e la Confederazione sindacati autonomi federati italiani «a revocare lo sciopero proclamato dal 15 al 20 Ottobre dandone comunicazione entro cinque giorni». La medesima Commissione ha poi inviato una nota al Ministro dell’Interno in cui si esprime «particolare preoccupazione in merito agli scioperi per il possibile verificarsi, alla luce del delicato contesto sociale, di gravi comportamenti illeciti».

CORTEI VIETATI IN TUTTA ITALIA: COSA SUCCEDE

A vietare sciopero e ogni tipo di corteo non solo la Commissione di Garanzia ma anche la stessa Polizia di Stato: con la circolare firmata dal capo della Polizia Giannini – in vista dell’entrata in vigore dell’obbligo di Green Pass dal 15 ottobre – indirizzata a prefetti e questori si legge «predisporre dispositivi per garantire tutte le manifestazioni “nel rispetto delle norme e delle prescrizioni, così da scongiurare turbative e assicurare il mantenimento dell’ordine pubblico». Le forze dell’ordine non escludono che nella giornata di oggi vi sia il «pretesto per ulteriore inasprimento dei toni della protesta, con contrapposizioni tra opposti estremismi»: per questo motivo presidi a difesa di obiettivi a rischio verranno schierati in ogni parte del Paese, con le piazze “No Pass” che potrebbero tornare a manifestare la propria contrarietà con frange purtroppo anche violente (come visto a Roma sabato scorso con l’infiltrazione dei violenti di Forza Nuova all’interno di una piazza invece pacifica). Italia blindata da Trieste – dove la protesta dovrebbe portare ad un blocco ad oltranza di diversi lavoratori portuali («chi vuole lavorare può farlo», il messaggio lanciato ieri dal Coordinamento direttivo dei portuali) – fino a Roma, passando per Torino, Trieste e Genova. Sciopero per i sindacati Fisi e Confsafi, ma anche per Al Cobas e a rischio pure le categorie di autotrasportatori, oltre che i vari portuali. Si rischia una paralisi totale non solo per la giornata di oggi (qui i rischi e le possibili nefaste conseguenze): in difficoltà anche le diverse sigle del trasporto pubblico locale che potrebbero non riuscire a garantire un servizio al 100% a partire dal 15 ottobre e fino a che “reggerà” (e se lo farà, ndr) la protesta su larga scala.