Proseguono senza interruzioni le proteste in tutta la Francia contro la riforma pensioni voluta dal presidente Macron, deciso a modernizzare il sistema previdenziale al netto del parere avverso dei sindacati. Quel che è singolare è che la riforma non è ancora sbarcata in Parlamento (lo farà il 22 febbraio), eppure i piani politici del governo Philippe e la volontà di abolire i regimi speciali hanno già messo in allerta diverse categorie di lavoratori portando ad un nuovo record per il Paese, che oggi affronta il suo 36esimo giorno di sciopero. Annichilito già il 2 gennaio scorso il record risalente al 1986/1987, quando i francesi scesero in piazza in difesa dei salari e delle condizioni di lavoro per 28 giorni consecutivi, Natale compreso. A risentire di questa mobilitazione senza tregua sono soprattutto la circolazione dei treni e i trasporti parigini. Ma, quel che è peggio, dai sindacati non sembra arrivare nessuna apertura rispetto alla possibilità di siglare una tregua con l’esecutivo.
FRANCIA, SCIOPERO CONTRO RIFORMA PENSIONI
Neanche la moderata CFDT di Laurent Berger è intenzionata ad accettare uno dei pilastri della riforma pensioni dell’esecutivo: l’età di equilibrio. I sindacati, in maniera compatta, rifiutano la soglia dei 64 anni da raggiungere per ottenere una pensione a tasso pieno. Si spiega così la quarta giornata di scioperi e manifestazioni su tutto il territorio transalpino che era stata annunciata dal leader della Cgt, Philippe Martinez, ancora il sindacato più ostile al progetto di riforma previdenziale macroniano, e riguarda oltre al settore dei trasporti, anche la scuola, gli avvocati e alcune imprese tra cui il gruppo energetico Edf. Secondo una stima del sindacato, riferisce la radio francese ‘France Info’, ci sono circa 370 mila manifestanti a Parigi. Il presidente, dal canto suo, nel discorso di fine anno ha ribadito la volontà di non arretrare su uno dei temi cruciali della sua agenda politica. La maggior parte dei francesi, però, non sembra pensarla come lui: secondo un sondaggio realizzato dall’istituto Odoxa-Dentsu Consulting per le Le Figaro, “il 61% dei francesi continua a ritenere giustificata la mobilitazione contro la riforma“. Il 57% auspica però che gli scioperi, in particolare nel settore dei trasporti, giungano al termine. L’introduzione dell’età d’equilibrio a 64 anni si conferma la misura più controversa dell’intero pacchetto di riforma, trovando l’opposizione del 61% dei francesi. Il segretario di stato per le Pensioni, Laurent Pietraszewski, già ribattezzato “Monsieur Retraitres”, riuscirà ad accontentare tutti? Ad oggi sembra difficile…