E’ in corso lo sciopero dei dipendenti pubblici annunciato per la giornata di oggi, mercoledì 9 dicembre 2020. Da nord a sud sono numerosi i presidi davanti alle sedi delle istituzioni, come il “corteo” a Roma nella piazza di fronte a palazzo Vidoni, sede del ministero per la pubblica amministrazione, dove i sindacati chiedono: “Siamo qui per chiedere la stabilizzazione dei precari, rinnovi contrattuali ma soprattutto più risorse per ammodernare la Pubblica amministrazione. Serve programmazione e interventi strutturali”. Sciopero anche a Milano, sotto il palazzo della regione Lombardia, con i lavoratori che hanno acceso dei cerini attorno ad una bara avvolta da una bandiera lombarda, e cartelli con scritto “Presenti per il lavoro!”. Infine gente in piazza a Torino, in particolare a piazza Castello, vicino alla prefettura: “Vogliamo la stabilizzazione dei precari ma anche un’amministrazione pubblica efficace ed efficiente, ma senza ricambio generazionale non è possibile. In un Paese moderno deve esserci. Manca un’idea di pubblico servizio da parte del Governo, non c’è un contratto di lavoro degno. È assurdo che la pubblica amministrazione si basi sul precariato”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SCIOPERO DIPENDENTI PUBBLICI OGGI 9 DICEMBRE, CAPONE: “AGITAZIONE INOPPORTUNA”
Oggi, 9 dicembre, si terrà lo sciopero dei dipendenti pubblici, ma non tutti fra i sindacati sono d’accordo con l’agitazione. E’ il caso ad esempio di Paolo Capone, il segretario generale dell’UGL, che in merito alla manifestazione indetta per queste ore ha storto il naso, spiegando: “Pur essendo legittima, la richiesta del rinnovo dei contratti nazionali della P.A. appare inopportuna in un periodo in cui l’intera economia è vicina al tracollo, considerato il rischio di perdere un milione di posti di lavoro nel settore privato e con i piccoli imprenditori alla fame. Una rivendicazione salariale, proveniente peraltro da una categoria che non ha subito il disagio della cassa integrazione e che di certo non teme la perdita del lavoro, non la comprenderebbe nessuno”. Paolo Capone prosegue parlando di “atto irresponsabile nei confronti del Paese”, sottolineando come gli stessi lavoratori della pubblica amministrazione “hanno difficoltà a capire ed è facile prevedere che aderiranno in pochi”. Secondo il numero uno dell’UGl, “i vertici dei sindacati del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil sono completamente scollegati dalla base”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SCIOPERO DIPENDENTI PUBBLICI OGGI 9 DICEMBRE: “NON INTENDIAMO BLOCCARE IL PAESE”
Scatta oggi, mercoledì 9 dicembre, lo sciopero dei dipendenti pubblici, e sono molti gli uffici che resteranno chiusi nelle prossime ore in segno di protesta. Fino all’ultimo si è cercato di scongiurare la manifestazione ma alla fine non è stata trovata l’intesa con i sindacati: “I lavoratori pubblici – spiega la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan – scioperano perché vogliono che la pubblica amministrazione sia riformata, e non si riforma senza fare assunzioni e investimenti”. Il Garante ha chiesto ai manifestanti di limitare i disagi, alla luce anche della situazione di pandemia in corso, e a riguardo ha rassicurato Michelangelo Librandi, segretario della Uil-Fpl: “Avevamo già previsto una maggiore garanzia dei servizi essenziali, e non intendiamo bloccare il Paese. Le 130 manifestazioni che abbiamo organizzato in tutta Italia hanno un tetto di partecipanti a seconda dello spazio: per esempio a Roma davanti a Palazzo Vidoni saremo in 60, a Trieste in piazza dell’Unità d’Italia 130. La maggior parte dei dipendenti sanitari sono stati esentati dallo sciopero. Pur essendo in servizio, indosseranno però un cartello con su scritto ‘Non mi fermo ma protesto’”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SCIOPERO DIPENDENTI PUBBLICI OGGI 9 DICEMBRE, STOP A SCUOLA E UFFICI: COSA CHIUDE
Nonostante i tentativi degli ultimi giorni, è stato confermato lo sciopero dei dipendenti pubblici per oggi, mercoledì 9 dicembre 2020. Come vi abbiamo raccontato, non è stata raggiunta la fumata bianca negli ultimi incontri tra i sindacati e Fabiana Dadone, ministro della Pubblica Amministrazione, ed è previsto lo stop a numerosi servizi. Ieri il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha tenuto a precisare che lo sciopero non è legato unicamente al rinnovo dei contratti: i sindacati chiedono nuove risorse da investire anche in nuove assunzioni, formazione e nuove forme di lavoro.
La titolare della PA è stata aspramente criticata dai rappresentanti sindacali e in una lettera ha tenuto a sottolineare: «Da quando è stato annunciato lo sciopero previsto per il 9 dicembre non nascondo che le giornate non sono trascorse senza un focus, uno scambio di messaggi, call e dossier sul tema». Come vi abbiamo raccontato, oggi braccia incrociate per uffici pubblici, scuola e altri servizi della pubblica amministrazione, che comunque rispetteranno i servizi minimi previsti dalla legge.
SCIOPERO DIPENDENTI PUBBLICI 9 DICEMBRE 2020
Le aperture di Fabiana Dadone non sono dunque servite a evitare lo sciopero dei dipendenti pubblici di oggi: la mobilitazione è necessaria secondo la segretaria della Funzione pubblica Cgil Serena Sorrentino, in quanto le richieste dei lavoratori sono rimaste inascoltate per ben dieci mesi. La Sorrentino ha acceso i riflettori in particolare sul piano di nuove assunzioni, considerando che per effetto dei pensionamenti ordinari e di Quota 100 ci sarà una fuoriuscita di 500 mila persone entro il 2022: «Sono lavoratori che andrebbero tutti sostituiti per garantire lo stesso livello di servizio e che in alcuni settori andrebbero persino aumentati. Bene, da quella data, il 18 febbraio, non è mai avvenuta una convocazione da parte del ministero». E i sindacati denunciano di non essere stati convocati nemmeno per la legge di bilancio.
Alla vigilia dello sciopero dei dipendenti pubblici, Serena Sorrentino si è poi soffermata sulle necessità della PA ai microfoni di Domani: «Serve un potenziamento dell’occupazione. La pubblica amministrazione va riformata e innovata per cogliere la sfida del cambiamento, per rendere più efficiente per gestire i fondi europei del Recovery fund. Serve a creare occupazioni stabile per 500mila competenze giovanili. Guardiamo alla crescita: se aumentano i servizi aumenta la resilienza contro crisi e pandemia. I paesi che hanno protetto maggiormente il welfare escono meglio della crisi. Il sistema sanitario dal punto di vista organizzativo ha dimostrato i limiti di tutti i disinvestimenti degli ultimi anni».