Per i sindacati sono ancora troppe le attività che restano aperte durante l’emergenza Coronavirus, quindi minacciano lo sciopero generale. Intanto si è fermata Leonardo, mentre in Piemonte c’è Avio-Aero di Rivalta e Borgaretto che ha raggiunto un’adesione di oltre il 90 per cento. Si sono mossi anche i metalmeccanici della Lombardia: hanno dichiarato lo sciopero regionale di 8 ore per mercoledì 25 marzo. Stessa cosa ha fatto la categoria dei chimici, sempre in Lombardia. Il segretario Fim-Cisl Marco Bentivogli parla di una decisione presa affinché «si consideri la Lombardia una regione dove sono necessarie misure più restrittive sulle attività da lasciare aperte». Secondo quanto riportato dalla Fiom, ci sono molte altre aziende che hanno deciso di incrociare le braccia contro l’ultimo decreto che restringe il numero di attività che possono restare aperte, ma non quanto concordato con i sindacati. Oltre a Leonardo e Ge Avio, anche Fata Logistic System, Lgs, Vitrociset, MBDA, DEMA, CAM e DAR.
SCIOPERO LOMBARDIA CONTRO DECRETO: VERSO STOP GENERALE?
Dopo Torino, potrebbe fermarsi anche la Lombardia. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, intervenuto a Circo Massimo su Radio Capital, invece contesta l’ipotesi di uno sciopero generale, ventilata dai sindacati nelle ultime ore. «Onestamente non capisco a capire su cosa». Boccia sostiene che le chiusure delle aziende siano addirittura più restrittive di quelle indicate dal governo ai sindacati. «Io non ho capito più di questo cosa si dovrebbe fare». Ma di ipotesi sciopero ha parlato anche il segretario della Cgil Maurizio Landini, sempre a Circo Massimo. «Abbiamo detto non di scioperare in senso generale ma che, laddove non ci sono le condizioni di sicurezza, se i lavoratori, le Rsu e le categorie proclamano uno sciopero, hanno il sostegno di Cgil». Anche Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, si prepara allo scontro: «Nella notte di sabato avevamo identificato tutti i settori che sono indispensabili. Domenica si sono aggiunte tutta una serie di produzioni che di indispensabile non hanno proprio niente».