Sciopero mezzi a Milano: data fissata per venerdì 2 dicembre
Sciopero dei mezzi a Milano fissato per venerdì 2 dicembre, così come nel resto d’Italia. Lo sciopero generale indetto dai sindacati di base Cobas, Cub, Sgb, SiCobas, UniCobas, Usb e Usi Cit è rivolto a tutti i lavoratori di tutte le aziende, pubbliche e private. Come riporta MilanoToday, i disagi maggiori dovrebbero essere nel settore dei trasporti, con il capoluogo della Lombardia che potrebbe rimanere paralizzato così come tutte le grandi città italiane.
Sciopero trasporti e generale 10 gennaio 2025/ Atm, Atac, info e orari dello stop dei mezzi pubblici
I mezzi Atm potrebbero bloccarsi con metropolitane, bus e tram pronti a fermarsi. Si dovrebbero bloccare anche i treni regionali di Trenord. Come riporta il sito del ministero delle infrastrutture e dei trasporti, anche i lavoratori del comparto aereo dovrebbero fermarsi: potranno scioperare per tutte le 24 ore del 2 dicembre. I ferrovieri potrebbero invece fermarsi dalle 21 del 1 dicembre alle 21 del giorno successo. Per quanto riguarda il Tpl, ovvero i mezzi pubblici cittadini, lo sciopero è di “24 ore con modalità territoriali” ancora da decidere.
Sciopero mezzi a Milano: perché si fermano i trasporti
In un comunicato di Cobas, che nei giorni scorsi ha anche organizzato una riunione di preparazione, vengono spiegate le motivazioni dello
sciopero dei mezzi a Milano e in tutta Italia. Lo sciopero è stato proclamato per chiedere “il rinnovo dei contratti e l’aumento dei salari con adeguamento al costo della vita e con recupero dell’inflazione, l’introduzione del salario minimo di 12 euro l’ora, la cancellazione degli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia, il congelamento dei prezzi dei beni primari e dei combustibili, la riduzione dell’
orario di lavoro a parità di salario, il blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina”.
Un’altra motivazione dello
sciopero riguarda “investimenti economici per scuola, sanità pubblica, trasporti, salario garantito per disoccupati e sottoccupati, un piano di edilizia residenziale pubblica che preveda anche il recupero del patrimonio pubblico in disuso, l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro,
lo stop alla controriforma della scuola e la cancellazione dell’alternanza scuola-lavoro e degli stage dei centri di formazione professionale, la difesa del diritto di sciopero”. I sindacati esprimo anche la propria contrarietà alle
“privatizzazioni” e al “sistema di appalti e sub appalti”.