DISAGI A ROMA E MILANO PER LO SCIOPERO DEI TAXI: GLI AGGIORNAMENTI

Primi disagi già segnalati a Roma, Milano e Torino per lo sciopero selvaggio dei taxi contro il Ddl Concorrenza: vengono garantiti in pratica solo i servizi sociali, per il resto invece trovare un taxi libero e prenotabile da oggi fino alle prossime 48 ore sarà piuttosto complicato. A Piazza della Repubblica nella Capitale è prevista la concentrazione dei conducenti delle auto bianche che sfileranno per le vie del centro per raggiungere Piazza Venezia in corteo.



Dalle 15 sigle in sciopero oggi, si sfila invece Uiltrasporti che non condivide la modalità “selvaggia” della protesta in tutta Italia: «incomprensibile la scelta di mantenere lo sciopero programmato nel settore taxi», lamentano i responsabili sindacali della Uil. Viene invece ribadito dalle altre sigle il no perentorio alla «concorrenza al ribasso» e all’uso di App che depotenzino il settore taxi. «Sono otto mesi che poniamo al governo delle questioni sull’articolo 10 del ddl Concorrenza. Ieri il ministro ha proposto una riscrittura e la costituzione di un tavolo permanente, noi ci siamo», ha spiegato delegato nazionale Confartigianato Taxi, Alessandro Nordio. Gli fa eco anche l’esponente di Filt-Cgil Nicola Di Giacobbe: «La nostra idea è che l’articolo 10 venga stralciato. Non ci assoggetteremo mai a forme di caporalato». Al “Fatto Quotidiano” interviene anche un tassista dei circa 8mila presenti a Roma per lo sciopero nazionale che lamenta, «Sono 46 anni che porto il taxi e sono 30 anni che lotto. Le istituzioni non ci hanno mai dato niente. Noi siamo pesci piccoli ma se ci arrabbiamo diventiamo delle balene». Critico sull’azione del Governo anche il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi: «Ddl Concorrenza è una riforma inchiodata e oggi porta allo sciopero dei taxi»



OGGI E DOMANI MAXI SCIOPERO DEI TAXI: ORARI E DISAGI

Prosegue la maxi protesta del mondo taxi contro il Ddl Concorrenza e giunge fino al punto di massima tensione: oggi 5 luglio e domani 6 luglio 2022 in tutta Italia scatta lo sciopero dei tassisti contro l’articolo 10 del Decreto in cui il nostro Paese “introietta” la direttiva Bolkestein dell’Unione Europea sulle liberalizzazioni. Oggi ondate di tassisti si riverseranno in Piazza della Repubblica a Roma per richiedere formalmente l’eliminazione dell’articolo 10 dal testo finale: in una nota poi formata da 14 associazioni sindacali, tra cui anche Usb-taxi, Uiltrasporti e Federtaxi Cisal, si legge «lo sciopero farà da spartiacque riguardo al destino dei tassisti. È una risposta ferma e irremovibile indirizzata a chi pensa di svendere il nostro lavoro e la funzione di servizio pubblico che svolgiamo».



48 ore di sciopero che vedranno disagi a partire dalle ore 8 di questa mattina fino al pomeriggio di mercoledì: non ha avuto infatti effetto positivo l’incontro in extremis tenuto dalla viceministro del Lavoro Teresa Bellanova e i sindacati dei tassisti. «Lo sciopero nazionale delle auto bianche di 48 ore è confermato “perché l’articolo 10 del Ddl Concorrenza non verrà stralciato ma modificato nelle parti non sostanziali – spiegano le sigle nell’ultima nota prima dell’inizio dello sciopero taxi – Siamo sempre più convinti che la riscrittura delle norme per migliorare il settore debba avvenire non con una legge delega inserita in un Ddl concorrenza ma attraverso un provvedimento di confronto tra categoria, governo e sindacati».

SCIOPERO TAXI CONTRO DIRETTIVA BOLKESTEIN: LE MOTIVAZIONI E GLI SCENARI

Il Ddl Concorrenza è uno dei testi più intricati e discussi all’interno dello stesso Governo Draghi, al momento in discussione alla Camera: tra le varie discipline di concorrenza su mercato e liberalizzazioni, il tema delle concessioni balneari e delle licenze per autisti ha provocato l’ennesimo sciopero. Nello specifico, nell’articolo 10 messo sotto accusa dai sindacati e dai tassisti si legge «l’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti».

Tale formulazione viene ritenuta dai tassisti dannosa per la categoria: «lascia presagire l’interesse a regalare la gestione del settore a intermediari che pensano di arricchirsi alle spalle dei lavoratori, relegando la funzione del tassista a quella di un rider della mobilità». Nel mirino dei sindacati, in particolare, Uber che a fine maggio ha siglato un accordo con IT Taxi: 12mila tassisti in tutto il Paese, per 90 città, useranno l’app per permettere alla clientela di riservare un passaggio. Nel comunicato sullo sciopero “selvaggio” oggi e domani, i sindacati della categoria taxi invita a non fare nessun passo indietro, «non siamo disponibili a nessun tipo d’accordo, a nessuna resa e che ci batteremo fino all’ultimo respiro, contro tutti quei parassiti che vorrebbero sottrarci il frutto della nostra fatica. La realtà è che la nostra battaglia è la lotta di 40.000 lavoratori contro la speculazione finanziaria, ma anche la difesa dell’utenza di un sevizio pubblico contro meccanismi come algoritmi e libero mercato che li andrebbero a strangolare nel momento del bisogno». Si sfilano dalla protesta invece gli autisti NCC (Noleggio Con Conducente): «In realtà neanche noi noleggiatori vogliamo la liberalizzazione e l’articolo in questione è relativo ad una delega del governo sulla materia della concorrenza […] I taxi protestano ma chi ci rimette sono turisti e cittadini. La responsabilità del loop normativo è di alcuni rappresentanti nazionali dei taxi che hanno reso incostituzionale parte della legge. Questi rappresentanti, inoltre, fino a ieri avevano contestato piattaforme ed app: oggi hanno scelto di chiudere un accordo con la più importante piattaforma di prenotazioni di servizi di trasporto. Qualcosa non torna».