Francesco Sciscione, Segretario Generale di Nursing Up, ospite a Uno Mattina, ha lanciato l’allarme in merito all’esodo degli infermieri italiane. In migliaia, infatti, lasciano il nostro Paese per andare all’estero, dove le opportunità lavorative sono decisamente migliori. Il risultato è che il personale nei nostri ospedali è sempre più ridotto.



“È un fenomeno veramente importante. I nostri infermieri hanno una formazione eccellente in Italia, con competenze molto elevate. Il problema è che la remunerazione prevista dai contratti nazionali è di 1.500 euro, una cifra irrisoria. I Paesi europei stanno dunque facendo una vera e propria campagna acquisti nel nostro parco: scelgono i migliori e loro migrano dove hanno più possibilità di avere una vita dignitosa”, ha affermato l’esponente del sindacato. Non si tratta, tuttavia, di una questione esclusivamente economica. “Gli stipendi sono molto più alti, ma ci sono anche altri benefit come l’alloggio gratuito per la famiglia al completo e la possibilità di tornare in patria più volte all’anno”.



Sciscione (Nursing Up): “È esodo di infermieri”. L’appello al Governo

Il fenomeno dell’esodo degli infermieri emerge in modo chiaro anche dalle statistiche. “È un grosso problema perché dalle nostre Università escono ogni anno 10.000 infermieri, ma il 10% dei posti disponibili negli ospedali resta vacante. È da considerare inoltre che il 20% degli studenti non riesce a completare il percorso di studi. Il risultato è che c’è un buco del 30%. Anche perché, secondo i dati ufficiali, ogni anno vanno in pensione 4.000 persone”, ha sottolineato Francesco Sciscione, Segretario Generale di Nursing Up.



I guadagni all’estero sono infatti di molto superiori. In Italia lo stipendio medio è di 1.500 euro, mentre in GermaniaRegno Unito Svezia di 2.500. Nella vicina Svizzera si arriva addirittura a 5.000 euro, mentre negli Emirati Arabi a 7.000. “La strada che il nostro Governo dovrebbe avere il coraggio di percorrere è quello di innalzare in maniera cospicua gli stipendi. Inoltre, rendere la professione appetibile ai giovani. Ci vogliono tre anni per formarsi, più la specializzazione, per guadagnare poco e affrontare tutti i problemi annessi a questo lavoro”, ha concluso.