Malattia subdola, la sclerosi multipla, per la quale non si è ancora ufficialmente determinata la ragione scatenante. Per questo, come ci ha spiegato in questa intervista la professoressa Alessandra Protti, responsabile della Macroattività ambulatoriali e day hospital neurologico dell’ospedale Niguarda di Milano “si procede con tentativi incessanti, come quando si riteneva che per prevenire la sclerosi fosse utile una terapia di vitamina D, in quanto le persone che vivono nelle zone equatoriali e meridionali del globo si ammalano di meno quindi si procedeva a esposizioni forzate alla luce del sole”.



Adesso, è tornato “argomento caldo” una teoria in realtà già annunciata parecchi anni fa, la tesi che a essere causa principale della sclerosi multipla sia il virus di Epstein-Barr, quello che è causa di una malattia considerata “per ragazzi”, la mononucleosi, un virus che tutti prendono almeno una volta nella vita,  che si trasmette con la saliva ed è presente nel 95% degli adulti, detta anche “malattia del bacio”, appartenente alla famiglia degli herpes virus di cui fanno parte i patogeni responsabili di varicella, herpes labiale o genitale e fuoco di Sant’Anotnio. “A riportare all’attenzione questa tesi” ci ha detto ancora la professoressa Protti, “il team di ricercatori coordinato dal professor Alberto Ascherio della Harvard T.H. Chan School di Boston, che lavora incessantemente su questo tema. Attenzione, perché la sua ricerca non ha ancora ottenuto il riconoscimento della medicina ufficiale”.



La mononucleosi causa della sclerosi multipla, secondo un nuovo studio pubblicato dalla rivista Science. Quale la sua opinione al proposito?

E’ una testi che era già stata annunciata anni fa, adesso grazie a nuove ricerche e nuovi dati si è rinforzata ed è tornata a far discutere. Mi piace ricordare che furono due ricercatrici italiane dell’Istituto superiore di sanità le prime ad enunciarle, avendo trovato nei neurofilamenti del cervello tracce del virus di Epstein-Barr, ma allora il lavoro delle donne non era apprezzato e furono tacciate di essere delle visionarie.

Invece c’è del vero in questa tesi, è così?



Stiamo parlando di una malattia multifattoriale che cioè è causata da un grosso numero di elementi,  sicuramente negli ultimi anni si sono ottenuti risultati molto efficaci sullo studio delle cause della malattia, grazie all’individuazione di anticorpi monoclonali specifici per i linfociti B dove è stato individuato il virus. La teoria che un virus sia la concausa di una malattia immunologica è stato sempre molto affascinante.

Ma la teoria che la sclerosi multipla abbia origini ambientali, cioè in determinate parti del globo come l’Europa del nord, è ancora valida a questo punto?

Certo. A livello nazionale stiamo studiando le forme pediatriche in cui si trovano anamnesi specifiche dal punto di vista ambientale. Si stanno anche studiando gli aspetti cinetici grazie allo sviluppo di nuove tecnologie, che permettono di analizzare parti che servono a tante funzioni nascoste nel cervello. Persone che hanno tantissime placche e che subiscono rallentamenti e fatica nel muoversi e quindi nella cinetica si associano anche le informazioni sul mondo ambientale.

La novità dello studio presentato dal professor Ascherio in cosa consiste?

E’ uno studio è interessante. Analizzando banche dati e materiale biologico, seguendo il percorso di persone che si sono positivizzate per il virus e che hanno il rischio elevato di poter sviluppare la sclerosi, hanno notato la presenza di neurofilamenti nel sangue, cosa che dimostra un danno del sistema nervoso centrale molto precoce.

Si parla anche dello sviluppo di un vaccino apposito che possa prevenire, ma non curare, la malattia. Di questo cosa può dirci?

E’ un’altra strada seguita da tempo. Tanti anni fa si era ipotizzato come terapia l’uso di anti virali, poi adesso studiando i vaccini contro il Covid si è ripresa questa strada. E’ un argomento molto discusso, in quanto resta il fatto che esiste nel paziente una predisposizione genetica, non è è sicuro che un vaccino possa funzionare essendo molto complesso l’effetto biologico del virus. Sono cose entusiasmanti ma ancora non abbiamo una terapia ufficiale.