La sclerosi multipla progressiva in stadio avanzato può essere curata con una terapia a base di cellule staminali neurali? Una prospettiva, in tal senso, esiste già. I risultati dello studio STEMS (coordinato da Gianvito Martino, direttore scientifico dell’ospedale “San Raffaele” di Milano), pubblicati sulla rivista “Nature Medicine”, lasciano uno spiraglio di speranza. Come si legge sul “Corriere della Sera”, il trattamento “consiste in un’infusione di queste cellule tramite puntura lombare nel liquido cerebrospinale. In modelli animali era già stata dimostrata la capacità delle staminali neurali di poter raggiungere, una volta infuse, le lesioni cerebrali e midollari e promuovere meccanismi di neuroprotezione e riparazione, rilasciando sostanze immunomodulanti e pro-rigenerative”.
Lo studio ha consentito di valutare gli effetti sull’uomo e la sperimentazione ha coinvolto dodici persone affette da sclerosi multipla progressiva ed elevata disabilità. Suddivisi in quattro gruppi, i pazienti hanno ricevuto, con un’unica puntura lombare, un numero di cellule crescente, da circa 50 milioni a 500 milioni. Angela Genchi, ricercatrice del laboratorio di Neuroimmunologia, ha dichiarato: “I risultati hanno dimostrato, oltre a sicurezza e tollerabilità della terapia, una significativa riduzione della perdita di tessuto cerebrale, valutata tramite risonanza magnetica nei due anni successivi il trattamento, nel gruppo che ha ricevuto il maggior numero di staminali neurali. A conferma del riscontro, l’analisi del liquido cerebrospinale ha evidenziato un cambiamento della sua composizione dimostrando un arricchimento in termini di fattori di crescita e di sostanze neuroprotettive”.
CELLULE STAMINALI NEURALI PER CURARE LA SCLEROSI MULTIPLA AGGRESSIVA: LE ULTIME NOTIZIE
Le cellule staminali neurali non erano mai state utilizzate prima in pazienti con sclerosi multipla e le basi di questo trial sono state gettate da una serie di lavori del gruppo diretto dal dottor Gianvito Martino: “È un traguardo importante quello raggiunto, anche se rappresenta solo la prima tappa del percorso clinico-sperimentale che porta a una vera e propria terapia – ha commentato sul ‘Corriere della Sera’ –. Il mio primo pensiero va, soprattutto, alle persone malate e alle loro famiglie che hanno sostenuto la nostra ricerca in tutti questi anni, certo drammatici dal punto di vista della sanità pubblica, con pazienza, speranza, dedizione e sacrifico. Non saremmo arrivati fin qui senza il loro contributo”.
La strada intrapresa è, però, ancora lunga: “Il passo successivo sarà quello di procedere con un nuovo studio clinico sperimentale che coinvolga un gruppo più ampio di pazienti, con l’obiettivo di dimostrare, da un lato, l’efficacia delle cellule staminali neurali nel bloccare la progressione di malattia, dall’altro lato la loro capacità di favorire la rigenerazione delle aree del sistema nervoso danneggiate dalla sclerosi multipla”.