In Italia sono 126mila le persone affette da sclerosi multipla e che si sono ritrovate ad affrontare una doppia sfida soprattutto in questo ultimo anno caratterizzato dalla pandemia da Covid. Oltre a tentare di condurre una vita “normale”, si sono ritrovati a dover fronteggiare i rischi del contagio ma in particolare a dover far fronte alla cancellazione (nell’88% dei casi come rivela Corriere.it) delle visite di controllo legate a tale patologia. Da qui l’idea di dare vita all’iniziativa “Scacco Matto. Storie audaci di persone con Sclerosi Multipla” realizzata da Novartis Italia in collaborazione con AISM in cui sette malati raccontano come hanno affrontato prima la diagnosi e poi la malattia in pieno periodo Covid.



Troviamo così le storie di Stefano, che è riuscito a compiere in 100 giorni e in solitaria un viaggio in moto verso Capo Nord, quella di Alessio, il successo di Chiara in ambito professionale, il talento canoro di Marco, Anna diventata mamma, Simone che ha partecipato all’Ironman e Valentina che ha aiutato chi, come lei, vive con la sclerosi multipla. Con la loro esperienza hanno dimostrato come con determinazione ed il giusto sostegno sia possibile mettere a segno la propria mossa vincente, proprio come un una partita di scacchi, vincendo la partita.



SCLEROSI MULTIPLA, VIVERE LA MALATTIA AI TEMPI DEL COVID

Negli ultimi anni ha ricerca ha fatto passi da gigante. “Parallelamente all’aumento delle conoscenze sui meccanismi biologici alla base della malattia, sono state individuate nuove opzioni di trattamento, alcune già a disposizione, altre in arrivo”, ha commentato a Corriere Claudio Gasperini, coordinatore del Gruppo di Studio Sin Sclerosi Multipla della Società Italiana di Neurologia. Questo, ha aggiunto, ha permesso di diagnosticare più precocemente la malattia monitorandone l’avanzamento ma anche individuare la soluzione migliore per ciascun paziente. Nel 2020, tuttavia, la pandemia da Covid ha rallentato le prestazioni sanitarie. “La SM è una patologia imprevedibile e complessa che incide sia sul benessere fisico che emotivo della persona”, ha commentato Marinella Clerico, responsabile SSD Patologie neurologiche specialistiche, AOU San Luigi Gonzaga e docente del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche UniTo. L’approccio deve infatti essere multidisciplinare e in grado di comprendere sia i trattamenti farmacologici che un percorso personalizzato di riabilitazione che spesso coinvolge numerosi esperti, dal fisiatra al neurologo, fisioterapista, terapista occupazionale, logopedista, infermiere, psicologo, assistente sociale, urologo, sessuologo, neuropsicologo, oculista. Sebbene la SM non si possa ancora combattere completamente, “grazie ai trattamenti, alla ricerca e all’aiuto che può arrivare dal proprio nucleo familiare e sociale, le persone con SM possono riuscire a mantenere o riconquistare una buona qualità di vita con un’aspettativa non distante da chi non è affetto da questa patologia” ha commentato Francesco Vacca, presidente Nazionale AISM.

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