Finora non erano chiare quali fossero le cause della sclerosi multipla, malattia multifattoriale che può essere influenzata da fattori genetici e ambientali. Ma il virus di Epstein-Barr (EBV), quello che causa la mononucleosi, ne è la causa principale. Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista Science, condotto da un gruppo di ricercatori della Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston, coordinato dal professor Alberto Ascherio, professore di epidemiologia e nutrizione presso la Harvard Chan School, confermato nei giorni scorsi sulla stessa rivista scientifica. Con questo studio si afferma che avere l’infezione aumenta in maniera significativa il rischio di sviluppare la sclerosi multipla in soggetti suscettibili, in cui siano presenti altri fattori concausali già noti per aumentare tale rischio.



L’ipotesi che la sclerosi multipla fosse causata dal virus di di Epstein-Barr (EBV), appartenente alla famiglia degli herpes virus che porta a mononucleosi infettiva, è stata esaminata coinvolgendo una coorte di 10 milioni di giovani adulti in servizio nell’esercito americano tra il 1993 e il 2013, raccolti ogni due anni per testare l’HIV. Il team di ricerca ha identificato 955 persone che hanno sviluppato la sclerosi multipla, di cui 801 positive al virus della mononucleosi. In questo gruppo il rischio di sviluppare la sclerosi multipla è risultato aumentato di 32 volte dopo l’infezione da EBV ed è rimasto invariato dopo l’infezione con altri virus.  Per escludere, infatti, altri fattori i ricercatori hanno esaminato anche la risposta immunitaria al citomegalovirus (che si trasmette in modo simile all’EBV) e, attraverso uno strumento chiamato VirScan, ad altri 200 virus, non rilevando collegamenti con il rischio di sclerosi multipla.



VACCINO CHIAVE PER PREVENIRE VIRUS EBV E SCLEROSI MULTIPLA

Gli studiosi hanno esaminato anche la catena leggera dei neurofilamenti (NfL), sostanza rilasciata nel liquido spinale e nel sangue quando gli assoni sono danneggiati, e che da recenti studi è stata collegata alle ricadute e alla progressione della sclerosi multipla. Nelle persone con sclerosi multipla risultate negative al virus di Epstein-Barr all’inizio dello studio, non vi era alcuna indicazione di livelli di NfL elevati fino a quando non hanno riportato la mononucleosi. Invece sono stati rilevati livelli elevati di Nfl dopo la positività a EBV ma prima della diagnosi di sclerosi multipla. Per i ricercatori questo ritardo potrebbe essere dovuto in parte al fatto che la sclerosi multipla agli esordi può non avere manifestazioni cliniche e in parte alla relazione in evoluzione tra il virus di Epstein-Barr (EBV) e il sistema immunitario dell’ospite.



«L’ipotesi che l’EBV causi la sclerosi multipla è stata studiata dal nostro gruppo e da altri da diversi anni, ma questo è il primo studio che fornisce prove convincenti di causalità», aveva dichiarato il professor Alberto Ascherio. È bene però precisare che tutto ciò non significa che chiunque abbia contratto la mononucleosi svilupperà sclerosi multipla, ma vuol dire che se ci vacciniamo dall’EBV eliminiamo la sclerosi multipla. A tal proposito, Moderna sta conducendo un trial per un vaccino a mRna, che dunque potrebbe rappresentare una svolta importantissima nella prevenzione, non cura, della sclerosi multipla.

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