Sclerosi multipla, gli esperti sognano di poter trovare un farmaco capace di ricostituire la mielina. Nel frattempo la ricerca continua ad andare avanti e a cercare cure personalizzare per i pazienti. “Scegliere la giusta cura è complicato – spiega a Il Corriere della Sera Luca Battistini, direttore del laboratorio di Neuroimmunologia alla Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma – l’equilibrio del sistema immunitario è molto delicato e richiede reattività e bilanciamento, come un funambolo a 30 metri da terra”.
La sclerosi multipla riguarda almeno 2,8 milioni di persone in tutto il mondo ed è una “malattia autoimmune cronica infiammatoria che oggi si tiene sotto controllo con terapie sempre più personalizzate”, come precisa l’esperto. Ad Amsterdam si è appena tenuto la trentottesima edizione del Congresso dell’European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis e una terapia particolare, ancora in fase sperimentale, si è distinta dalle altre. Si tratta di una nuova classe di farmaci in grado di “modulare l’attivazione delle microglia, le cellule responsabili della funzione immunitaria del tessuto nervoso che hanno l’antigene che scatena la malattia”, come illustra a Il Corriera della Sera Francesco Patti, professore associato di Neurologia all’Università di Catania. Questo significa “contribuire a spegnere l’infiammazione cronica a livello del sistema nervoso centrale e non solo a livello periferico”. Un possibile, promettente passo in avanti nel trattamento della sclerosi multipla.
Sclerosi multipla, allo studio terapie con farmaci per ridurre la demielinizzazione
Questa nuova, promettente classe di farmaci allo studio per la cura della sclerosi multipla sarebbero in grado di ridurre “il volume delle smoldering lesions, quelle lesioni che, come la brace sotto la cenere, covano nelle strutture del sistema nervoso centrale”. Nel concreto, “questo determina minore demielinizzazione” e può ridurre “la progressione indipendente dalle recidive”, come sottolinea il professor Patti a Il Corriere della Sera. Questi farmaci potrebbero essere combinati con altri già somministrati ai pazienti, a l’esperto mette in guardia “sui possibili rischi di epatotossicità” e a “mettere in atto quindi sistemi di sorveglianza ad hoc”.
Un’altra categoria di cure emersa all’attenzione del Congresso tenutosi ad Amsterdam è quella delle terapie rigenerative in grado di ricostituire la mielina distrutta dalla malattia. “Sono stati presentati dati preliminari promettenti sulla possibilità di favorire la remielinizzazione con farmaci che hanno la capacità di raggiungere il sistema nervoso centrale e attivare le cellule della microglia” ha spiegato al Corriere Maria Pia Amato, professore di Neurologia all’Università di Firenze. Per il futuro, l’obiettivo è integrare le terapie digitali e il monitoraggio del paziente con sensori per studiare in che modo evolve la sclerosi multipla e adottare un approccio olistico, così che le persone affette da questa malattia possano mantenere e migliorare le loro abilità, comprese quelle lavorative.