Il cardinale Angelo Scola, in una intervista ad Avvenire, ha ricordato con affetto Papa Benedetto XVI, che è morto lo scorso 31 gennaio. I due erano legati da una profonda amicizia. “Incontrai l’allora professore e vice rettore dell’Università di Regensburg nel 1971, per discutere del progetto di Communio, cui – come è noto – parteciparono taluni significativi teologi del calibro di De Lubac, von Balthasar, Chantraine. Dopo la nomina di Joseph Ratzinger a prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, la reciproca conoscenza si approfondì sempre più. Per più di cinquant’anni è stato per me un amico, un maestro e un padre”, ha raccontato.



I tratti distintivi del Pontefice emerito, secondo il cardinale, sono stati due. “Una fede profonda entro la quale tutta la ragione può muoversi a suo agio e la virtù dell’umiltà, che ha attraversato non solo i suoi gesti, ma tutto il suo magistero e tutta la sua teologia”. Le dimissioni presentate nel 2013 ne rappresentano l’emblema. “La rinuncia al pontificato ha certamente la sua radice in questa pratica dell’umiltà. Anziché congetturare su motivazioni che in realtà non si conoscono, bisognerebbe vivere immedesimandosi con questo suo atteggiamento”.



Scola: “Benedetto XVI contraddistinto da fede profonda e umiltà”. La rinuncia

Il riferimento a cui fa Angelo Scola quando parla delle dimissioni di Papa Benedetto XVI è lo scandalo per la pedofilia. Joseph Ratzinger, infatti, è stato accusato di non avere fatto nulla per ostacolare il fenomeno. In molti hanno ipotizzato che abbia rinunciato al pontificato proprio per il senso di colpa. Il cardinale, al contrario, ritiene che la Chiesa debba essere debitrice nei confronti del Santo Padre emerito per i passi in avanti che ha compiuto sul tema.

“Invito a leggere la sua Lettera agli irlandesi (2010) e ricordo le sue affermazioni alla Via crucis del 2005 sulla sporcizia nella Chiesa oltre all’omelia della Messa Pro eligendo Pontifice del 2005. Di fronte alla gravissima prova della pedofilia Papa Benedetto XVI ha introdotto strumenti giuridici decisivi perché siano sempre rispettate verità e giustizia”, ha ribadito.