«Signorina, o si copre o così non entra»: è andata più o meno così la disavventura divenuta virale dalla Francia di una turista che al Museo D’Orsay è stata fermata all’ingresso per la scollatura mozzafiato del suo mini-vestitino indossato. La storia è raccontata dalla stessa ragazza su Twitter – con uno pseudonimo “Tô” – in una lettera aperta indirizzata al museo tra i più importanti di Parigi: tra un Van Gogh e un Monet, tra un Renoir e un Gauguin, la Gare d’Orsay ha imposto alla ragazza un abbigliamento più sobrio per poter entrare a visitare le collezioni, scatenando però ora un’assoluta “battaglia” social scatenatasi dalla giornata di ieri. Dopo un litigio imponente all’ingresso la turista ha accettato il diktat mettendosi la giacca e con un’amica ha contemplato con ira e umiliazione tra i quadri anche i nudi celebri de «L’origine del mondo» di Courbet o la «Colazione sull’erba» di Manet. Poi però, tornata a casa, ha scritto la lettera che accusa senza pietà il Museo d’Orsay: «Ho voglia di andare al museo d’Orsay, e non sospetto che il mio décolleté sarà un oggetto di discordia. Arrivata all’ingresso non ho il tempo di mostrare il biglietto che la vista dei miei seni turba la funzionaria incaricata del controllo delle prenotazioni», scrive furiosa la bella visitatrice.
LA LETTERA DI “DENUNCIA”
La replica della funzionaria è netta «Ah no, non è possibile, non si può lasciare passare una cosa simile»: poi un’altra addetta e un altro ancora, oltre alla guardia che si avvicinano per dirle «si calmi signorina», senza però dire espressamente che il problema è quella scollatura. «Nessuno mi risponde ma fissano i miei seni, mi sento a disagio, l’amica che mi accompagna è sconvolta», lamenta ancora la ragazza riportando i commenti delle guardie «Le regole sono le regole»; ecco la regola, si tratta – come nota il Corriere della Sera – dell’articolo 7 del regolamento interno al museo francese, ovvero «Gli utenti devono conservare una tenuta decente e un comportamento conforme all’ordine pubblico e devono rispettare la tranquillità degli altri utenti». Ma giudicare la “decenza” potrebbe portare discussioni eterne per giorni e così la ragazza di nome Jeanne decide di coprirsi ed entrare, ma ora accusa di sessismo il Museo d’Orsay: «Io non sono solo i miei seni, non sono solo il mio corpo. Mi domando se gli agenti che volevano proibirmi di entrare sanno a che punto hanno obbedito a dinamiche sessiste. Non può essere il giudizio arbitrario su che cosa è decente e cosa non lo è a determinare l’accesso o meno alla cultura». Tanto rumore fece che alla fine il Museo replica con scuse ufficiali: «Siamo profondamente dispiaciuti per questo incidente e presentiamo tutte le nostre scuse alla persona coinvolta», accusando i propri dipendenti per un «eccesso di zelo».