Scommessopoli nel 2011 sconvolse il mondo del calcio, come la nuova inchiesta sulle scommesse illegali da parte di giovani talenti italiani (Fagioli in primis) sta facendo adesso. In quella occasione furono coinvolti nomi importanti come quelli di Giuseppe Signori, che in quell’anno aveva già appeso gli scarpini al chiodo, e Carlo Gervasoni, che si sarebbe ritirato l’anno successivo. Entrambi questa sera saranno a Le Iene per parlare di quanto accadde.



Le accuse nei confronti dei due e di altri centinaia di giocatori, dirigenti e società di Serie A, Serie B, Lega Pro e Dilettanti erano di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva. Lo scandalo venne alla luce a giugno in virtù di alcune indagini portate avanti dalla Procura di Cremona nell’ambito di una inchiesta che fu denominata Last Bet. Le informazioni alla base erano state fornite prima ai media e poi alle autorità competenti proprio in quel periodo dall’operatore austriaco SKS365 Group, che aveva notato dei flussi di scommesse vincenti insoliti. Essi evidenziarono come i match erano stati manipolati. 



Scommessopoli, lo scandalo del 2011 che coinvolse Signori e Gervasoni: i due ex calciatori a Le Iene

Nel corso dell’inchiesta della Procura di Cremona che portò a Scommessopoli furono prese in considerazione diverse partite (anche di Serie A e di Coppa Italia) non solo della stagione 2010-2011, ma anche di quelle precedenti e di quella in corso. Molte di esse risultarono truccate. Per altre invece emerse che c’era stato un tentativo di combine, che però non era andato a buon fine poiché altri giocatori si erano opposti, ma senza denunciare. 

Le sentenze furono parecchio dure. Nell’ambito del primo filone di indagini furono deferiti 18 club e 26 tesserati, mentre nel secondo 22 club e 61 tesserati e nel terzo 35 tesserati e 13 club . Alcune delle persone coinvolte nel processo di primo grado chiesero e ottennero subito il patteggiamento, altri attesero le condanne. A Carlo Gervasoni e Giuseppe Signori vennero dati 5 anni di squalifica, così come a Cristiano Doni. Per alcune società scattò la retrocessione, mentre ad altre furono attribuiti punti di penalizzazione. Le conseguenze insomma furono pesanti, ma non abbastanza da evitare un nuovo scandalo.