E’ un caso emblematico quello di Barbara Corvi, giovane donna 35enne scomparsa misteriosamente il 27 ottobre del 2009 ad Amelia, in Umbria. Il caso sarà affrontato questa sera nel corso della nuova puntata di Chi l’ha visto la quale affronterà anche il giallo di Angela Costantino, la seconda donna sparita nel nulla nell’ambito della famiglia Lo Giudice. Il caso Corvi, archiviato nel 2014, era tornato sotto i riflettori lo scorso luglio dopo l’apertura del fascicolo da parte della procura di Terni, avvenuta nel 2018 grazie a tre collaboratori di giustizia appartenenti al clan Lo Giudice. In seguito ad una intercettazione secondo la quale la donna sarebbe stata sciolta nell’acido, gli inquirenti avrebbero riacceso i riflettori sul giallo. Secondo le indagini, come scriveva Fanpage, la donna sarebbe stata uccisa a causa di una relazione extraconiugale. Un fatto non tollerato secondo la mentalità mafiosa, esattamente come accadde per la cognata di Barbara, Angela Costantino, moglie di un altro Lo Giudice, scomparsa nel nulla nel 1994.



Ad essere accusato, il marito Roberto Lo Giudice il quale lo scorso marzo è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Come spiegò il procuratore Liguori e riportato da Repubblica, “I misteri che avvolgevano le prime investigazioni sono stati chiariti anche grazie al contributo offerto da plurimi collaboratori di giustizia un tempo facenti parte del clan Lo Giudice, quelli delle bombe ai giudici di Reggio Calabria del 2010”.



BARBARA CORVI, SCARCERATO MARITO ROBERTO LO GIUDICE: PROCURA TERNI PRESENTA RICORSO

A distanza di neppure un mese dall’arresto di Roberto Lo Giudice, marito di Barbara Corvi, ecco giungere la sua scarcerazione. Lo scorso aprile il tribunale del Riesame ha accolto le richieste dei legali dell’uomo, accusato dell’omicidio della donna scomparsa nel 2009, alla cui istanza si era opposto il procuratore di Terni, Alberto Liguori. Nel corso dell’interrogatorio svolto, su richiesta della difesa, Lo Giudice si era proclamato innocente davanti allo stesso procuratore. I suoi difensori hanno contestato la ricostruzione dell’accusa parlando di “insussistenza di gravi indizi”. “Questa vicenda ci ha colpito molto a tutti, in particolar modo a me personalmente e ai miei figli tutti. Sono 12 anni che non hanno fatto altro che puntare il dito contro un marito onesto e lavoratore, infangando la mia persona in tutti i modi”, aveva commentato Lo Giudice dopo la scarcerazione, come ricordato da Fanpage. Oggi, ulteriore novità sul caso: la procura di Terni, come rivela Il Messaggero nell’edizione online, ha depositato alla Corte di Cassazione il ricorso contro l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita lo scorso 30 marzo a carico di Lo Giudice. Lo ha annunciato il procuratore Liguori: “I provvedimenti, anche quando negativi, vanno rispettati, ma anche impugnati”. In merito alle accuse a carico dell’uomo, ha aggiunto: “Il percorso indiziario a noi sembrava coerente e chiaro nella sua progressione logica, ma così non è stato per il Riesame di Perugia. È fisiologico che questo accada”.

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