A Morning News ampio spazio stamane alla scomparsa della povera Kata, la bimba peruviana sparita da quasi due mesi dall’ex hotel Astor di Firenze. Negli scorsi giorni una possibile svolta, l’arresto dello zio Abel per il racket degli affitti nella stessa struttura, e vicenda che secondo gli inquirenti sarebbe strettamente collegata proprio alla sparizione della bimba. Lo zio è stato fermato per le minacce nei confronti di un ecuadoregno che si sarebbe buttato dalla finestra pur di scampare all’aggressione dello stesso zio di Kata, per lo meno questo quanto traspare dalla ricostruzione della vicenda.
Sulla stessa si è espresso Roberto Alessi, noto giornalista e direttore di Novella 2000, ospite negli studi di Morning News, che ha spiegato: “L’ecuadoregno che abbiamo visto appeso in quella immagine (dice riferendosi al video del salto dalla finestra ndr) si chiama Santiago e dall’altra parte della porta pare vi fosse Abel, lo zio di Kata, che lo stava minacciando con una mazza da baseball. Il papà di Kata in quel momento pare che fosse ancora in carcere, è tutto molto confuso, non si sa nemmeno perchè fosse in carcere, si parla di furto o reati contro il patrimonio”.
SCOMPARSA KATA, ROBERTO ALESSI: “C’ERANO TRE BANDE ALL’ASTOR…”
Quindi Alessi ha aggiunto, parlando della scomparsa di Kata: “All’Astor c’erano tre bande, di cui due di peruviani che si fronteggiavano e un terzo gruppo di romeni, tanto è vero che chi ha sottolineato per primo la situazione all’Astor non sono stati i genitori bensì la signora romena che gestiva un po’ la situazione”. La vicenda di Kata è sempre apparsa alquanto nebulosa visto il contesto famigliare della piccola peruviana di 5 anni sparita il 10 giugno scorso. Numerosi sono gli opinionisti che hanno espresso dubbi sui genitori della sparita, convinti che mamma e papà non abbiamo raccontato tutto. Proprio per questa ragione le forze dell’ordine hanno perquisito i dispositivi elettronici dei genitori di Kata per trovare eventuali indizi che potrebbero rivelarsi importanti nel ritrovamento della piccola.
“I genitori non hanno detto – ha aggiunto Alessi – ed è questo il motivo della perquisizione, che non c’erano frizioni nella famiglia e nell’Astor e questo è stato grave e non ha aiutato gli investigatori ad intervenire rapidamente. La bimba sta benissimo in un trolley, essendo molto piccola, e più di un abitante dell’Astor andò via quel giorno uscendo con le valigie. In più c’è una registrazione in cui si sente lo sportello di un furgone chiudersi e un urlo e si aprono scenari terrificanti”.