Il programma di Rete Quattro, Quarto Grado, ha dedicato ampio spazio ieri sera alla scomparsa di Kata, la bimba di 5 anni peruviana che è sparita dal 10 giugno dall’ex hotel Astor di Firenze. Il talk condotto da Nuzzi ha intervistato in esclusiva la mamma di Kata, che ha rivolto un appello ai rapitori della bimba: “Mettetevi una mano sul cuore e lasciatela andare, lei è troppo piccola e non c’entra nulla con qualsiasi problema”.



Quindi ha ricostruito per l’ennesima volta cos’è successo il pomeriggio del 10 giugno: “Sono rientrata a casa come sempre e quando sono arrivata non l’ho trovata, così ho domandato a mio fratello e ho cominciato a cercarla. Io non ho avuto problemi con nessuno – ha aggiunto con la voce rotta dall’emozione – e se fosse così prendetevela con me, perché lei è una bambina piccola e indifesa”. Poi il nuovo appello: “Chi sa parli e se ha paura di dire qualcosa può chiamare il mio avvocato o i numeri della famiglia. Fatemi sentire la voce di mia figlia per sapere che è ancora viva”. Quarto Grado ha anche mandato in onda un video in cui si sente l’urlo di una bimba, molto probabilmente la stessa Kata al momento del rapimento, poi il padre ha aggiunto: “Vi prego, non fatele del male”, chiedendo un file video o audio che possa confermare che la figlia sia ancora in vita.



SCOMPARSA KATA, QUARTO GRADO INTERVISTA L’UOMO CHE SI E’ GETTATO DALLA FINESTRA

La trasmissione di Rete 4 ha anche intervistato un uomo che ha vissuto nell’ex hotel Astor, al momento sgomberato, e che ha preferito gettarsi dalla finestra, ferendosi gravemente, pur di finire fra gli aguzzini, i gestori del racket dello stesso stabile, che probabilmente lo avrebbero ucciso.

“Domenica, dopo aver giocato, sono tornato qua e mi sono fermato a parlare una mezz’oretta con dei vicini – racconta l’uomo alle telecamere di Quarto Grado – poi sono tornato in stanza, mi sono addormentato finché non mi ha svegliato la mia ragazza dicendomi che il boss (del racket) stava venendo qua. Sono andati nell’altra stanza e hanno portato tutti fuori, facevano così”. E ancora: “Quando ho aperto la porta ho visto che aveva una mazza da baseball e anche qualcosa di lungo. Così ho pensato di buttarmi giù dalla finestra: così mi faccio male, ma almeno non mi ammazzano”.