A Morning News, in diretta su Canale 5, si torna a parlare del caso della scomparsa della piccola Kata. Stamane convocati nuovamente i 4 arrestati, fra cui lo zio Abel, con gli inquirenti che stanno cercando di stringere il cerchio attorno al ritrovamento della bimba. I 4 sono stati già sentiti ieri ma si erano rifiutati di rispondere, spiegando che non vi sarebbe alcun collegamento fra la sparizione di Kata e il racket degli affitti presso l’ex hotel Astor.



A riguardo il giornalista di Morning News, ha sottolineato: “Stanno iniziando ad emergere le analisi sulle 1.500 telecamere di Firenze analizzate dal persona forense, al momento sembra che di Kata non vi sia traccia nella ricostruzione delle 1.500 telecamere. Se così dovesse essere Kata non sarebbe mai uscita dall’ex hotel Astor di Firenze e quindi le domande ai quattro arrestati di questa mattina sono decisive. L’unica possibilità è che Kata sia uscita dalla porta principale dell’ex hotel”



SCOMPARSA KATA, LE PAROLE DELL’INVESTIGATORE PIAZZA

In studio a Morning News vi era stamane l’investigatore privato Walter Piazza, ingaggiato per un breve periodo dalla mamma di Kata: “Perchè rapire una bimba mezz’ora prima che la mamma viene a casa? Non potevano farlo la mattina. Dove dormivo io c’era una finestra che dava sulla strada dove c’è una telecamera che probabilmente non l’ha ripresa”. L’investigatore Piazza ha poi proseguito, raccontando un piccolo aneddoto: “Avevo preso delle bibite per i bambini presenti nell’appartamento ma le hanno bevute lo zio e i suoi amici…”. Piazza ha anche segnalato una figura sospetta, un uomo sempre incappucciato che si aggirava attorno all’hotel, sempre “nascosto” nonostante il forte caldo: “Lui seguiva molto i genitori e si vedeva che era interessato…”.



Mario Benedetto de Il Tempo, commenta in collegamento: “Può essere realistica l’ipotesi di un incidente e che tutti stanno cercando di coprirlo. Dove si consumano questi drammi? In un contesto tribale di isolamento di questa comunità che si trova in una quartiere di 8.000 appartamenti di una comunità peruviana, il caso dell’ex hotel Astor ci fa capire che c’è l’ennesima sacca di non integrazione”.