Continuano le indagini riguardanti la scomparsa della piccola Kata, la bimba peruviana di 5 anni che da sei giorni è sparita dall’ex hotel Astor di Firenze. Nella giornata di ieri, come riferito da TgCom24.it, i genitori della piccola sono stati nuovamente ascoltati dagli inquirenti, e i sospetti degli investigatori è che la bimba sia stata sequestrata per una questione di regolamento di conti fra bande. Al momento i genitori sono stati trasferiti in un altro alloggio per il pericolo ritorsioni anche perchè all’interno dello stabile occupato sembra che la situazione non sia proprio così rosea, come spiegato ieri sera a Dritto e Rovescio da un’occupante rom. Nel corso di un nuovo sopralluogo avvenuto nella giornata di ieri nell’ex hotel Astor, è stato prelevato lo spazzolino da denti utilizzato dalla piccola Kata di modo da ricavare il dna della bimba e quindi confrontare lo stesso con eventuali tracce individuate in questi giorni.



Nel frattempo il padre della scomparsa, Miguel Angel Montero Chicllo, avrebbe rivolto i propri sospetti nei confronti di un uomo, così come svelato l’altra sera a Chi l’ha visto, su Rai Tre. Si tratta di una persona che indossa un giubbetto smanicato di colore scuro che è presente in un video registrato dalla telecamera di via Boccherini, e che riprende per l’ultima volta la bambina. Nel filmato si vede la persona uscire dallo stabile quindi fermarsi per qualche secondo armeggiando con il telefono, e dietro di lui la piccola Kata che lascia un gruppetto di altri bimbi più grandi.



SCOMPARSA KATA: LA DISPUTA SULL’AFFITTO NELLO STABILE OCCUPATO

«Lo conosco – le parole di Miguel guardando quell’uomo – anche lui abita nel palazzo occupato. Potrebbe essere coinvolto o sapere qualcosa. In passato io ho nascosto tante cose, ma questa volta sarò sincero perché Kata è l’unica cosa a cui tengo».

Stando a quanto scrive Il Messaggero, vi sarebbe in atto una sorta di rivalità fra la famiglia della piccola e un altro clan di connazionali sui prezzi da pagare per l’affitto delle stanze e a chi. L’ipotesi è che la bimba possa essere stata portata via dopo averla messa in un borsone. «Almeno una volta alla settimana – spiega una residente di via Boccherini – qui davanti all’occupazione arriva un furgone che carica le valigie e altro da portare oltreconfine, a farlo però sono soprattutto gli occupanti romeni e albanesi».