Continua a tenere banco la vicenda del piccolo Mauro Romano, il bimbo scomparso da Racale, in provincia di Lecce, rapito 44 anni fa, e che potrebbe essere lo sceicco di Dubai, Al Habtoor. Storie Italiane è tornato ad occuparsi del caso e si è soffermata in particolare sulle accuse nei confronti dell’ex barbiere di Racale, Vittorio Romanelli, al momento l’unico indagato per il rapimento proprio del piccolo Mauro Romano. In collegamento la moglie del barbiere, nonché l’avvocato della famiglia Romano.
“La verità deve uscire subito, ci avete rovinato la vita – racconta la donna – voglio la vera verità, non la falsa. La nostra vita è distrutta, vogliamo la verità per il figlio e anche per noi, ci hanno rovinato, chi sa parli. Purtroppo mio marito è l’unico indagato, senza colpe, e lo sa anche la famiglia di Mauro. Devono liberarci di questa infamia, stiamo morendo. Io ho un figlio adottato, non avremmo mai potuto fare una cosa del genere, non avremmo mai potuto rubare un altro bimbo”. E ancora: “Mio figlio Sergio aveva la stessa età di Mauro ma non ha mai detto nulla su Mauro Romano, era stata la signora Bianca a spingerlo a dire quelle cose (il riferimento ad una testimonianza di Sergio Romanelli sostenuta dalla famiglia di Mauro Romano ndr). Ha sempre dichiarato che si ricordava solo degli elicotteri che cercavano il bimbo”.
SCOMPARSA MAURO ROMANO, SCONTRO FRA LA FAMIGLIA ROMANELLI E QUELLA DEL BIMBO RAPITO
Così l’avvocato dell’ex barbiere, che rimanda al mittente ogni accusa: “Abbiamo interesse affinchè questa storia possa essere trattata nell’aula di giustizia, posto in cui riusciremo a dimostrare tutte le contraddizioni di questa vicenda, una realtà che non esiste, a cominciare dalle dichiarazioni di Sergio, smentite da testimoni oculari. Tutto l’impianto accusatorio è fondato su contraddizioni e indizi che non sono indizi”. Ha preso poi la parola l’avvocato La Scala, legale della famiglia Romano: “Il processo va fatto nelle aule di giustizia, non c’è dubbio. E’ giusto che si neghi tutto, ed è anche logico. Per quanto riguarda Sergio, i testimoni sono la squadra mobile di Lecce, fatti risalenti al 2010”.