Il caso di Nicola Di Paolo e della sua misteriosa scomparsa sarà al centro della nuova puntata di Un Giorno in Pretura, in onda nella seconda serata di sabato su Rai3. Nicola era un operaio di Larino, in provincia di Campobasso ed al momento della sua sparizione aveva 42 anni. La sera del 20 luglio 2017, mentre si trovava in casa con la moglie, l’uomo ricevette una telefonata da una cabina telefonica accanto al Tribunale. Uscì di casa ma da quel momento si persero totalmente le sue tracce. A nulla servirono i numerosi appelli da parte degli anziani genitori, raccolti anche dalla trasmissione Chi l’ha visto che sul proprio portale ne riassume tutte le tappe del giallo, ad oggi ancora irrisolto. In seguito alla sua scomparsa, nei campi limitrofi fu rinvenuta una maglietta sporca di sangue, ma gli accertamenti dei Ris esclusero un collegamento diretto con la sparizione di Nicola Di Paolo. L’uomo quando si allontanò dall’abitazione portò con sé poco denaro e questo ha fatto propendere la sua famiglia per una tesi ben differente rispetto a quella dell’allontanamento volontario. Le indagini sul giallo di Nicola Di Paolo proseguirono e portarono all’iscrizione di due persone nel registro degli indagati con l’accusa di sequestro di persone e omicidio. Si trattava della moglie di Nicola, Anna Vincelli e del suo nuovo compagno, l’infermiere Domenico Ciarlitto, accusato di favoreggiamento. I due affrontarono un processo che portò, al termine del primo grado, nel 2012, presso la Corte d’Assise di Campobasso alla condanna a 14 anni di reclusione con l’accusa di omicidio volontario mentre l’uomo fu condannato ad un anno per favoreggiamento ma assolto dall’accusa di aver partecipato al delitto.



SCOMPARSA NICOLA DI PAOLO: FU UCCISO? IL PROCESSO

Per l’accusa, Nicola Di Paolo fu ucciso e dopo il processo di primo grado a carico della moglie e del suo amico, come riferisce Chi l’ha visto, i giudici disposero l’invio degli atti alla procura di Larino affinché si tornasse ad indagare sulla soppressione del corpo della vittima che non fu mai stato ritrovato. Nel maggio 2013 i giudici del secondo grado confermarono il verdetto del primo grado: la Corte d’Assise d’Appello del Tribunale di Campobasso, dunque, condannò a 14 anni la moglie di Nicola Di Paolo, ritenuta l’autrice dell’omicidio, e a un anno l’amico di lei, accusato di favoreggiamento. Dopo più di un anno dopo, nel luglio 2014, però, si assistette ad un importante colpo di scena. Il processo per l’omicidio dell’operaio di Larino arrivò al terzo ed ultimo grado ma la Corte di Cassazione annullò la sentenza di condanna a 14 anni di reclusione di per la moglie di Nicola, accusata dell’omicidio volontario del marito. Al tempo stesso fu annullata anche la condanna a un anno per l’amico di lei, per favoreggiamento. Gli ermellini accolsero così la richiesta di assoluzione e stabilirono un nuovo processo. Nel corso dell’Appello-bis, fu la Corte d’Assise d’Appello di Salerno ad assolvere la moglie di Nicola Di Paolo: non fu lei ad uccidere il marito e ad occultarne il cadavere, poichè il fatto non sussiste. Fu assolto dalle accuse anche l’infermiere, amico della donna, accusato di favoreggiamento. Da quel momento, dunque, si è concluso l’iter processuale ma non è mai stato risolto il giallo legato alla scomparsa dell’uomo di Larino.

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